Addio a Elisa Pisani, l’iconica “tabacchina” violinista del centro: “Donne come lei non nascono più”

“Non basterebbe un romanzo per descriverla” ci dicono nelle botteghe del centro di Asolo, quando chiediamo di Elisa Pisani, mancata ieri, martedì 19 dicembre, a novantatré anni.

C’è chi afferma che con lei è finita un’era e che “donne come lei non nascono più”: questo perché dietro alla figura della storica “tabacchina” nel negozio che fa angolo alla piazza del centro, chi l’ha conosciuta tratteggia una personalità complessa, contraddistinta da uno spirito giovanile costantemente vivace, da una furbizia e una capacità commerciale che ha suscitato anche qualche conflitto, in paese, ma che non impedisce di ricordarla con positività.

Asolana da parte di madre e calabrese di cognome, Elisa Pisani è sempre stata una delle personalità più iconiche di quel salotto di cultura e di tradizione, ma anche di ricchezza e al contempo popolarità, che il borgo anche oggi rappresenta. Oltre a gestire la tabaccheria, prima condotta dai genitori, Elisa aveva studiato violino fino a esibirsi e diventare insegnante: “Era una donna con una cultura incredibile – dice di lei chi ci ha discusso e dialogato ogni giorno -, una donna che aveva uno spirito imprenditoriale smisurato e una vivacità da sedicenne anche negli ultimi tempi”.

“Una donna così non nasce spesso: aveva una curiosità eccezionale, tanto che dopo l’età pensionabile invece di “tirare i remi in barca” aveva iniziato a viaggiare. Si sa, Asolo è una città internazionale, quindi capitava di incontrare chi l’aveva conosciuta persino in Rajasthan, in Africa o in America. Nonostante l’età aveva un imperturbabile coraggio verso i pericoli della vita e in qualche modo anche quando le facevi capire che aveva sbagliato, o litigavi con lei, trovandosi in torto se la rideva con l’ingenuità di una giovincella”.

Altri cittadini ricordano che la signora Pisani faceva spesso l’autostop: era una modalità di mobilità che lei riteneva efficace, così fermava i cittadini del centro per chiedere loro un passaggio. Considerate le sue origini paterne, la signora Elisa era anche superstiziosa e anche questo aspetto viene ricordato con simpatia. “Per me è una grossa perdita per il paese. Si chiude un’epoca perché tipi come lei, di questo calibro, non ce ne sono più. Il centro di Asolo è bello anche per questo: perché la gente che vive qui sembra chiusa in se stessa, invece ha visto il mondo e ora si sente a casa”.

Oggi, dopo la sua scomparsa all’ospedale di Castelfranco Veneto, la piangono la figlia Desirèe e il genero Vittorio: chi vorrà dare a Elisa l’ultimo addio potrà farlo venerdì 22 dicembre alle 15 nella Cattedrale di Asolo, a pochi passi da dove ha vissuto e da dove ha dialogato con interesse con migliaia di persone e clienti provenienti da tutto il mondo.

(Foto: Onoranze funebri Brotto).
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