“Asolo invisibile”: oggi si inaugura la mostra che svela gli acquedotti storici del borgo

Come far vedere l’invisibile? Su questa domanda poggia le sue basi la mostra “Asolo invisibile”. Gli acquedotti in cunicolo romano e medievale” che sarà inaugurata oggi, sabato 30 aprile alle 16, in sala consiliare.

Nata da un’idea di Cristina Mondin, archeologa e manager del Museo Civico di Asolo, è un progetto a cura del Museo Civico e dell’Associazione MAReA e sarà visitabile dal pubblico fino al 30 settembre 2022 alla Torre civica del Castello asolano. Attraverso preziosi documenti d’archivio, fotografie e video svelerà i due antichi acquedotti del borgo trevigiano: la Bot, un doppio cunicolo scavato sulle pendici del Monte Ricco e costruito dalle abili menti degli ingegneri romani nel I secolo d.C., e il Gattolo, anch’esso interrato e realizzato in epoca medievale.

La mostra gode del patrocinio del Comune di Asolo e di Italia Nostra – Sezione di Asolo, è realizzata in collaborazione con Treviso Sotterranea e il Gruppo Speleologico San Marco di Venezia, con la collaborazione e il contributo di Alto Trevigiano Servizi, il contributo di Ascopiave e Banca delle Terre Venete.

Non molti sanno che la Città dei cento orizzonti ha una storia lunga oltre 3000 anni, favorita dalla presenza di sorgenti d’acqua che sgorgano dalle pendici del Monte Ricco, la collina dove sorge la Rocca.

I Veneti antichi sfruttarono le sorgenti poste lungo le pendici occidentale e meridionale della collina, ma per la vita dell’importante Municipio di Acelum, la Asolo dei Romani, quest’acqua non era sufficiente. Ecco quindi che nel I secolo d.C. fu costruito un acquedotto, in tubi di piombo e in cunicolo – scavando un tunnel nella roccia –, al fine di portare la preziosa sostanza dalle pendici settentrionali della collina fino all’edificio delle terme pubbliche, poste nell’area dell’attuale piazza Brugnoli.

Oggi di questo acquedotto, chiamato La Bot fin dai tempi antichi, rimane un cunicolo su due livelli lungo 157 metri in ottimo stato di conservazione, ma che per sua natura non è visitabile dai numerosi turisti che si recano nella splendida perla dei colli veneti.

Durante l’alto Medioevo, il cunicolo della Bot venne ostruito probabilmente da una frana che interruppe il passaggio dell’acqua: ciò purtroppo contribuì alla decadenza della Città. Nel basso Medioevo, con la rinascita di Asolo e la costruzione del Castello, si decise di costruire un nuovo acquedotto, il Gattolo, caratterizzato da un percorso molto più semplice e lineare. Questa galleria, che ha direzione nord-sud, è lunga 80 metri e ancora oggi permette alle sorgenti, che una volta alimentavano la Bot, di fornire acqua alla fontana del leone posta al centro della piazza principale del borgo.

La mostra racconta con ricchezza di documentazione la nascita e l’evoluzione dei due acquedotti nel corso dei secoli, visto che a più riprese, a partire dal 1500, sono stati condotti lavori per il ripristino della funzionalità della Bot e la manutenzione del Gattolo. Entrambi sono stati recentemente ispezionati grazie al supporto degli speleologi di Treviso Sotterranea e del Gruppo Speleologico San Marco, che hanno concesso una documentazione fotografica precisa e ricca di dettagli dello stato attuale.

L’esposizione presenta questa lunga storia con pannelli ricchi di immagini storiche, ricostruzioni dettagliate e disegni di colore, nonché un video dei cunicoli capaci di svelare anche ciò che è nascosto, protetto dalla terra in quanto veri e propri gioielli di ingegneria storica, tanto quella romana quanto quella medievale.

Alla mostra si accompagna un catalogo omonimo, “Asolo invisibile. Gli acquedotti in cunicolo romano e medievale” curato dalla casa editrice coneglianese Nodo Edizioni, all’interno del quale per la prima volta sono raccolti i documenti storici d’archivio – dal 1500 agli anni Trenta del ‘900 – che riguardano i due acquedotti, trascritti e spiegati per una pratica e chiara fruizione da parte del pubblico.

“L’amministrazione comunale – dichiara l’assessore alla cultura Gerardo Pessetto – ha accolto con favore questa proposta per due aspetti: quello divulgativo della realtà di queste opere che non erano mai state rilevate appieno, rivolto alla popolazione, e l’aspetto tecnico-funzionale di conoscenza e archiviazione grazie al rilievo professionale delle condotte. Sottolineo anche la collaborazione della Sezione di Asolo di Italia Nostra che ha realizzato dei pannelli sostituivi di quelli già presenti all’imbocco dell’acquedotto della Bot, con l’aggiunta di contenuti informativi in italiano e in inglese.”

“Come azienda siamo molto onorati di aver contribuito alla realizzazione della prestigiosa pubblicazione sugli acquedotti romano e medievale di Asolo – spiegano il presidente di Alto Trevigiano Servizi Spa, Fabio Vettori, e l’amministratore delegato, Pierpaolo Florian – Studi come questi ci riconducono alle radici storiche dell’approvvigionamento di acqua potabile nel territorio, che è un bene indispensabile e un diritto che appartiene a tutti. Ats si occupa ogni giorno di tutelare sia tale diritto che la qualità di questa risorsa, nella consapevolezza che il servizio idrico è una conquista avvenuta nei secoli ed è diventato sempre più efficiente e tecnologicamente avanzato. Riteniamo importante contribuire a mettere in luce tale percorso anche nell’ottica di valorizzazione di uno dei patrimoni storici e architettonici del nostro territorio”.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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