Asolo, l’equipe del Ca’ Foncello tratta con successo un caso di “frattura” del pene, in provincia 5 casi all’anno

Un rapporto sessuale troppo focoso sarebbe la causa dell’ennesimo caso di “frattura” del pene trattato con successo nei giorni scorsi dall’équipe di urologia dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso.

Si trattava di un trentenne, residente nel Distretto Asolo, che è stato sottoposto a immediato intervento chirurgico, ed è stato dimesso dopo alcuni giorni di degenza, perfettamente in forma.

Come spiega una nota dell’Ulss 2 il primario di Urologia Mario Mangano “La “frattura” del pene, così denominata, in maniera impropria, per similitudine con le lesioni dei segmenti ossei, consiste nella lacerazione più o meno estesa della capsula che avvolge i corpi cavernosi, che costituiscono lo scheletro del pene. La frattura di uno o, più raramente, di ambedue i corpi cavernosi è sempre dovuta ad un violento e brusco piegamento tale trauma si verifica durante un rapporto sessuale particolarmente appassionato”.

Classicamente il paziente riferisce una sensazione di vero e proprio “crack” durante il rapporto, con il rapido manifestarsi di un voluminoso ematoma che deforma il pene, dovuto alla fuoriuscita di sangue dalla lacerazione del corpo cavernoso.

“Il trattamento più efficace di questi casi – ricorda Mangano – è l’ intervento chirurgico, consistente nella sutura della lacerazione del corpo cavernoso del pene, nel volgere di 48-72 ore dall’evento traumatico. Tuttavia La frattura del pene è un trauma molto raro rappresentando poco più dell’ 1 % di tutti i traumi uro-genitali. E già da un trentennio a questa parte la casistica dell’ urologia trevigiana appare piuttosto elevata. Nell’ultimo quinquennio il numero degli interventi chirurgici per fratture del pene presso l’Unità Operativa di Urologia del “Ca’ Foncello” si è attestato intorno ai 4-5 interventi per anno”.

(Fonte: Redazione Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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