Asolo, oggi si festeggia San Gottardo: con i cuchi e la benedizione dell’olio, l’antica festa continua a mantenere unita la comunità

Il 5 maggio è il giorno di San Gottardo, un giorno di festa per la comunità asolana.

In questo periodo si teneva, prima della pandemia, la tradizionale “sagra dei cuc” ma quest’anno si festeggia solamente grazie alle due funzioni religiose nella chiesa di San Gottardo, una alle 8.30 e una alle 20 accompagnata dal coro della cattedrale e trasmessa in streaming sulla pagina Facebook “Gruppo Alpini di Asolo”.

Le celebrazioni di San Gottardo hanno origini antichissime, secondo alcune fonti la sagra è nata nel 1535 per volontà della Confraternita di San Gottardo presente ad Asolo.

“Il culto di San Gottardo – afferma don Giacomo Lorenzon – è arrivato ad Asolo grazie alla predicazione dei frati francescani: il Santo era un monaco benedettino, successivamente diventato Vescovo, vissuto in Germania intorno all’anno 1000. Si è sempre adoperato per i poveri e i bisognosi e per questo è particolarmente amato. Gli sono anche riconosciute doti taumaturgiche: si invoca la sua intercessione contro le febbri e i dolori reumatici e per sostenere le partorienti”.

Il Santo è inoltre invocato dalle famiglie contadine, in particolare contro la grandine. C’è anche il detto: “San Gottardo, spiga te vardo”, perché segna l’inizio della stagione del raccolto e il momento in cui l’orzo comincia a fare le spighe.

Un’importante tradizione di questa ricorrenza è la benedizione dell’olio nella chiesa di San Gottardo, “Un prodotto della terra con proprietà curative che ha molta importanza nella Chiesa”, continua Don Giacomo.

La festa è solitamente accompagnata dalla “Sagra dei cuc”, così chiamata perché venivano esibiti e venduti i “cuchi”, ovvero dei fischietti di terracotta a forma di galletto, che evocano il verso del cuculo, da cui prendono il nome.

Da anni la mostra è a cura della Pro Loco di Asolo, la cui Presidente Beatrice Bonsembiante, racconta così la storia dei cuchi: “Dopo l’invasione napoleonica di Asolo nel 1795, gli asolani hanno cominciato a realizzare i cuchi con gli ufficiali dell’esercito francese a cavallo dei galletti. Era un modo per schernire l’autorità giocosamente, richiamando il galletto perché era la forma tradizionale del cuc ma anche perché è uno dei simboli della Francia”.

“Ogni anno – continua – vengono prodotti nuovi cuchi ad opera dei maestri di Nove, seguendo i canoni più tradizionali o portando innovazione. La mostra si tiene a Casa Malipiero, in questo modo vengono valorizzati diversi aspetti del nostro territorio”.

Ma per quale motivo la tradizione abbina San Gottardo e i cuchi? Risponde a questa domanda Domenico Panazzolo, capo del Gruppo Alpini di Asolo, organizzatore della sagra nella sua parte ludica e gastronomica. “San Gottardo è una festa fatta per i bambini, per questo da sempre si vendono dolciumi e giocattoli, in particolare i cuchi. Quando il gruppo Alpini ha incominciato a organizzare la festa di San Gottardo come la conosciamo oggi, venivano organizzati i giochi di una volta come la corsa coi sacchi o la cuccagna. La comunità asolana ha sempre festeggiato San Gottardo: la prima volta, nel 1991, era per raccogliere fondi per l’asilo di Asolo e da allora è diventato un appuntamento fisso”.

La chiesa di San Gottardo – sostiene don Giacomo – è il nucleo della fede asolana, tanto che quando viene nominato il nuovo Vescovo di Treviso, la seconda domenica viene a celebrare messa a San Gottardo e poi va in processione fino alla cattedrale, lo stesso accade quando viene nominato il parroco di Asolo”.

Soprattutto ospita un momento forte di coesione della comunità, come afferma Beatrice Bonsembiante: “La festa di San Gottardo è un momento prezioso per far vivere quel luogo, è una forma di ritualità e di rispetto in modo molto vitale, per non perdere le tradizioni. Certo, Asolo è Cittaslow, internazionale, turistica ma dobbiamo ricordarci che c’è anche una comunità asolana, che si costruisce con momenti di condivisione come questi, in cui si formano ricordi bellissimi. Io ricordo ancora quando da bambina mia nonna mi ha regalato un “cuc” proprio alla Festa di San Gottardo”.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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