Casella d’Asolo, 33enne si strappa i capelli nel rullo di un macchinario. L’appello della Filctem: “Ci vogliono maggiori controlli”

Era un turno di lavoro qualunque per l’operaia di un’azienda tessile che ieri mattina, in via dell’Artigianato a Casella d’Asolo, si è vista strappare di netto i capelli dalla testa da un rullo in funzione: una lacerazione improvvisa che ha compromesso una parte del cuoio capelluto della donna e che ha richiesto l’intervento immediato del Suem.

Mentre la giovane, classe ’88, di origini albanesi, attende un intervento di chirurgia plastica all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, sul caso è intervenuto lo Spisal, che effettuerà i controlli del caso sui piani di sicurezza e sulle dotazioni della ditta.

Un incidente angosciante, specialmente per tutti coloro che lavorano ogni giorno con macchinari a trascinamento, che ha posto l’attenzione ancora una volta sul tema della sicurezza sul lavoro e che ha suscitato le raccomandazioni dei sindacati.

La Filctem Cgil (Federazione Italiana Lavoratori Chimica Tessile Energia Manifatture) di Treviso afferma, senza riferirsi a questo caso nello specifico, che le piccole imprese del territorio faticano a dare la stessa attenzione delle grandi aziende alla sicurezza dei lavoratori.

Oltre al rammarico per l’incidente, la segreteria sindacale della Filctem si dice anche piuttosto sorpresa per un settore, quello tessile, che finora non avrebbe registrato grossi infortuni.

Meno raro, al contrario, il fatto che l’incidente sia avvenuto in un comparto dove lavora per lo più manodopera femminile. “Daremo tutto il supporto necessario per tutelare la lavoratrice una volta che saranno risolti i problemi sanitari – afferma il segretario generale Filctem Cgil Massimo MessinaC’è bisogno di un maggior controllo sul territorio”.

Un incidente simile era capitato nei primi decenni del Novecento proprio a una delle “dive” più idolatrate di Asolo, Freya Stark: da giovane, mentre lavorava proprio in un’azienda tessile, aveva perso una parte dei propri capelli.

Essendo a quel tempo pressoché inesistente la chirurgia plastica, Freya aveva iniziato a portare dei cappelli colorati per coprire la parte di nuca scoperta, divenuti col tempo simbolo della sua femminilità ed emancipazione.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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