Cinque nuovi Cavalieri della vite e del vino per la Confraternita Asolo Montello: proclamati anche i sindaci Migliorini e Ceccato

È una cerimonia peculiare, con un richiamo all’antichità, quella che si tiene per ogni nuovo confratello della Confraternita Vini Asolo Montello: una realtà che compie 35 anni, ma che porta avanti una tradizione e dei valori molto più antichi. L’ha spiegato anche lo scorso sabato sera, l’11 novembre, il gran maestro Franco Dalla Rosa, a Palazzo Beltramini ad Asolo, di come la cultura del vino abbia nobilitato l’Italia, e in modo particolare il Veneto.

La Confraternita, formata da persone che amano il vino e ne conoscono i segreti, si è ritrovata ad Asolo, sede originale, dopo alcuni anni di trasferta a Montebelluna, per nominare, dopo l’assemblea di bilancio e la relazione del gran maestro, cinque nuovi confratelli. Sono stati chiamati a uno a uno, prima presentati da due altri confratelli, poi invitati a degustare e definire un rosso locale in calice, infine a inginocchiarsi e leggere la promessa. A quel punto, il gran maestro Dalla Rosa, appoggiando un’enorme spada medioevale sulla spalla dei candidati, li ha promossi confratelli.

Come già detto i nuovi confratelli sono cinque, tutti con una storia in qualche modo legata alla cultura del vino: Mario Dal Bello, maestro del commercio e persona chiaveper l’omonima azienda,ricorda bene quando da giovanissimo trainava un torchio a ruote per il paese; il padre di Pietro Bernardi, invece, emigrò da Asolo fino in California, dove il figlio ebbe l’opportunità di studiare ma anche di investire sulle sue origini, quelle asolane, aprendo un locale di nome “Pane Vino” a Santa Barbara, con un successo strepitoso; Alessandra Gardin è stata nominata per i tanti meriti ottenuti a fianco della Confraternita e per la conoscenza ormai tridimensionale dei valori di questo gruppo di appassionati.

Sono stati presentati davanti al direttivo anche due sindaci: il sindaco di Fonte Luigino Ceccato, di cui è stato ricordata la passione per la terra e l’impegno anche in qualità di amministratore verso il mondo viticolo, e il sindaco di casa, Mauro Migliorini, “sindaco-infermiere” che si è distinto – è stato detto durante la cerimonia – anche per la valorizzazione dei prodotti tipici di Asolo (e quindi anche dei vini) grazie alle sue relazioni internazionali anche in qualità di presidente Cittàslow.

Finita la cerimonia, indossati i tabari, i cappelli e le medaglie, i confratelli hanno celebrato insieme l’avvenimento, ma hanno anche discusso di un’annata che, secondo la relazione del gran maestro, è stata discretamente buona e, soprattutto, di qualità.

“Nonostante un calo, parzialmente coperto da giacenze, e dovuto principalmente alla condizione climatica, sono stati prodotti a livello nazionale 43.9 milioni di ettolitri. La Francia è passata di nuovo in vantaggio sull’Italia, che ha perso il primato di produttore – spiega Dalla Rosa, – Stanno emergendo Cina e India, con vini a prezzi concorrenziali e anche, nel complesso, buoni. Per questo bisogna puntare a un forte aspetto emozionale: noi abbiamo una bellezza e una storia unica, solo questo ci permetterà di competere”.

Dalla Rosa ha parlato anche di come anche quei Paesi che oggi sono in guerra, la Palestina da una parte e Israele dall’altra abbiano anch’essi richiami all’enologia primordiale e quindi di come, parlando di vino, si parli al contempo anche di umanità e di attualità: “Nelle tombe dei faraoni sono stati ritrovati degli “orci” pieni di vino, che servivano per impedire l’acidificazione. L’argilla con i quali erano prodotti era di fattura palestinese. Al contempo gli israeliani erano chiamati “tagir”, ovvero anche mercanti di vino.

Nelle scritture sacre si parla di una terra promessa dove le viti hanno grappoli enormi ed effettivamente esiste una varietà d’uva da tavola in quelle zone dove il grappolo arriva a un metro di lunghezza. Questo per dire, al netto delle leggi e della religione, di come il vino possa fare e abbia fatto da unione tra i popoli”.

(Foto: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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