33 anni, originario di Pagnano d’Asolo, Giuliano Bernardi si può senz’altro definire un’eccellenza italiana. Dopo gli studi in ingegneria elettronica all’università di Padova, ha conseguito la doppia laurea presso l’università tecnica della Danimarca.
Ha svolto il dottorato, specializzandosi sull’elaborazione dei segnali audio, presso la prestigiosa università di Leuven, in Belgio, Paese dove vive dal 2012.
È il suo lavoro da ricercatore universitario a ispirare ConneXroom. “Nel mio lavoro ci sono molte occasioni di collaborazioni internazionali”, spiega Giuliano. “Spesso facciamo dei meeting con ricercatori di università straniere, perciò usiamo molto le diverse app di video call e abbiamo riscontrato delle difficoltà con i meeting ibridi”.
Un meeting ibrido è una riunione online in cui ci sono alcune persone collegate da zone diverse tra loro, e altre che invece sono nello stesso ambiente acustico, magari lo stesso ufficio.
Questa modalità è in forte crescita, afferma Giuliano, sulla base di molti dati raccolti da lui per capire i bisogni degli utenti di queste piattaforme. Il problema in situazioni come questa è che tra i diversi dispositivi delle persone connesse nello stesso ambiente si creano echi, ritorni, e distorsioni dell’audio che rendono difficile la comunicazione. Al momento le soluzioni sono due.
La prima consiste nell’uso di appositi dispositivi da videoconferenza, come vivavoce, microfoni preposizionati, proiettori etc.
Questa prima soluzione non è però priva di inconvenienti, infatti questi dispositivi sono costosi, richiedono delle aule destinate esclusivamente alle conferenze, e per molti non sono semplici da usare.
Ognuno preferisce, invece, utilizzare gli strumenti con cui ha più dimestichezza, come il proprio computer. Si profila quindi la seconda soluzione, che consiste nello spegnere il microfono ogni volta che non si sta parlando; soluzione pragmatica ma scomoda, che rende molto difficoltosa l’interazione.
Qui arriva l’idea di Giuliano: con una semplice app questi problemi troveranno una nuova, efficace, soluzione. ConneXroom è, in termine tecnico, un enabler, cioè permette di abilitare i meeting ibridi, ed è capace di interfacciarsi con le principali piattaforme di videochiamate (Zoom, Google meet, Microsoft teams, Slack, Discord, Cisco Webex).
Una volta installata nel dispositivo i rumori saranno notevolmente ridotti e la qualità dell’audio migliorata. Il funzionamento è molto semplice: dopo aver installato l’app sarà sufficiente attivarla attraverso le impostazioni audio del meeting, e per tutti i meeting successivi si potrà godere del beneficio.
“È una nostra priorità rendere l’utilizzo di ConneXroom il più semplice e immediato possibile, specialmente per chi non si sente a suo agio con l’utilizzo di questi dispositivi tecnologici” racconta Giuliano.
La pandemia in atto, d’altra parte, ha fatto crescere esponenzialmente l’uso di queste piattaforme, e per molti è una cosa completamente nuova, che porta con sé delle difficoltà. A maggior ragione un’applicazione del genere può rivelarsi utile. Non per nulla, i destinatari principali di questa app sono le aziende, secondo la formula “business to business”.
L’idea, però, nasce già nel 2018, ed è stata perfezionata in questo arco di tempo nel contesto di un progetto post-doc all’università di Leuven da Giuliano e da un suo collega di origini iraniane, Amin, entrambi ingegneri. “La passione è alla base di tutto: siamo ingegneri, esperti del suono, ma sviluppare un’app è un percorso molto complesso e proprio per questo stimolante, che ci porta a imparare moltissimo di ambiti diversi”.
ConneXroom è in fase di ultimazione, e sarà disponibile a breve per migliorare l’esperienza digitale di tutti.
(Fonte: Laura Sambruna © Qdpnews.it).
(Foto: per gentile concessione di Giuliano Bernardi).
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