Che rappresenti un punto critico per l’attraversamento della fauna selvatica si era già capito in casi precedenti, quando in quel tratto di Pagnano d’Asolo erano stati investiti anche cervi o cinghiali: questa settimana, però, arriva la notizia di un doppio investimento, nel medesimo punto, con la conseguente morte di due esemplari di capriolo dopo l’impatto contro la mascherina frontale dei veicoli. Nessun ferimento per i due automobilisti, che dovranno però riparare l’auto per un costo che arriva a diverse migliaia di euro.
Sempre sulla rettilinea che dal distributore del Casonetto di Asolo porta a Monfumo, altre testimonianze da parte dei cittadini dei due Comuni confermano che attraversare quel tratto in auto al mattino presto o all’imbrunire significa avere buone possibilità di incontrare degli ungulati, più o meno vicini alle carreggiate.
Lo stesso problema sorgerebbe in via Vallorgana e in via Cogorer, dove a destra e a sinistra ci sono delle radure adatte a ospitare questi animali. A Cavaso il record degli investimenti lo detiene invece la Valcavasia, dove continuano a essere avvistati anche i cinghiali.
Il motivo della frequenza di questi investimenti potrebbe riguardare la posizione del Muson, dove gli animali vanno ad abbeverarsi, rispetto alla boscaglia sulle colline adiacenti al Monte Ricco: la siccità potrebbe aver contribuito a concentrare i luoghi dove gli animali si abbeverano, portandoli a spostarsi più spesso per trovare delle fonti libere dai pericoli.
La biologia di questa specie porta i giovani maschi e le femmine “sottili”, ovvero quelle prossime alla fertilità, ad allontanarsi dalla madre per cercare nuovi branchi: può così capitare che questi esemplari siano maggiormente vulnerabili al traffico stradale e ancor meno accorti nell’evitare l’uomo.
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
#Qdpnews.it