Ore di lavoro sotto il sole di luglio per dei giovani volontari di Asolo, pochi minuti e un pennarello per vanificare tutto quanto: è il contrasto tra le due parti della comunità giovanile, quella che si dà da fare per migliorare l’aspetto del proprio quartiere e quella che preferisce esprimersi diversamente, per esempio “marcando” una panchina appena risanata con un insulto rivolto al mondo Lgbtq+.
L’atto vandalico, avvenuto nei giorni scorsi a Casella d’Asolo proprio durante la penultima settimana del progetto “Ci sto? Affarefatica”, ha nuovamente deluso la comunità proprio per la sfrontatezza di un’insolenza mirata e in totale contrasto con l’impegno di questi ragazzi: sebbene non ci siano testimonianze dirette, i residenti dichiarano che è probabile si tratti di giovani e giovanissimi, domiciliati nella stessa zona.
Il progetto in questione, che per definizione promuove “azioni di cittadinanza attiva” nei giovani dai 14 a 19 anni, ha coinvolto ogni settimana a rotazione dieci ragazzi, coordinati da un tutor e supportati da un “handyman” e da un operaio comunale: ad Asolo come in altri comuni, l’iniziativa ha avuto un buon successo, chi seguiva i ragazzi ha preso a cuore l’idea e i quartieri da Pagnano a Villa hanno goduto di diverse opere di ripristino e ottimizzazione, spesso arricchiti da un tocco di creatività e di colore.
I ragazzi si erano fermati anche a Casella d’Asolo, recandosi al piccolo parchetto di una zona residenziale in via Jacopo Da Ponte: lì avevano sistemato il parco giochi e ridipinto la panchina. Senza la volontà di esprimere nessun’ideologia in particolare, la creatività dei ragazzi li aveva portati a tinteggiare il legno con i colori di un arcobaleno.
Interpretato come simbolo alla lotta per i diritti Lgbtq+ (acronimo utilizzato per far riferimento alle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer e, più in generale, a tutte quelle persone che non si sentono pienamente rappresentate sotto l’etichetta di donna o uomo eterosessuale), l’arcobaleno ha suscitato in altri soggetti la necessità di lanciare un insulto, imbrattando l’opera di ripristino dei ragazzi.
“Fuck Lgbtq+” hanno lasciato scritto i responsabili, aprendo e chiudendo da soli un tema che persino nel 2021 pare ancora capace generare odio: “L’invito è a venire a parlare e a discutere, ma sopratutto a ragionare sulle loro azioni – afferma l’assessore alle politiche sociali Andrea Canil – Possono scoprire che ci sono tante possibilità ad Asolo, anche per loro, dove poter costruire e impegnarsi assieme”.
Nel frattempo, con il plauso dell’amministrazione comunale e dell’assessore Canil, dieci nuovi ragazzi di “Ci sto? Affare fatica” stanno proseguendo il loro tour di impegno civile: la prossima tappa sarà molto probabilmente la creazione di un murales a Villa d’Asolo, dove una scritta riporterà il messaggio “Spazio ai giovani”, sperando che almeno questo slogan venga apprezzato da tutti.
(Foto: comune di Asolo).
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