Piazza Fontana di Milano, Banca Nazionale dell’Agricoltura, una bomba, 17 morti, 88 feriti.
Questo il bilancio dell’attentato causato da ignoti, ormai quasi 50 anni fa, che ha aperto in Italia il periodo buio del terrorismo di stampo neofascista. La serata di ieri, alla biblioteca di Casella d’Asolo, ha avuto proprio questo scopo: raccontare, ricordare e approfondire “la madre di tutte le stragi”, come viene definita nel libro nero della Prima Repubblica di Rita di Giovacchino.
Introdotto dal giornalista asolano, Premio Cronista dell’anno 2013 ed ex-sindaco Daniele Ferrazza, Mario Consani, l’autore del libro “Piazza Fontana, per chi non c’era” ha raccontato alla sala gremita della biblioteca di Asolo, a Casella, gli eventi storici, il contesto sociale, le dinamiche delle indagini e gli effetti che si sono manifestati in quel periodo, con l’obiettivo di mantenere viva la memoria nei giovani e appunto, in chi “non c’era”.
Il volume ritrae in modo oggettivo e con un’ottica limpida, grandangolare, non offuscata da ipotesi e opinioni, le vicende di quel non così lontano 12 dicembre 1969: una prima, dolorosa, fiamma per un focolaio che col tempo ha preso il nome di terrorismo, tingendo la cronaca italiana di un nero buio come quel foro, nel bel mezzo della Banca Nazionale dell’Agricoltura.
A far vivere la vicenda in soggettiva è stato l’ospite della serata Guido Lorenzon, di Maserada, che involontariamente si è ritrovato testimone “d’eccellenza” di quegli attimi: colui che ha aperto uno spiraglio nel buio delle indagini, denunciando ai magistrati i racconti di un amico coinvolto direttamente nell’attentato.
Nel volume di Consani vengono esaminate anche le ipotesi vagliate come possibili mire dei responsabili: l’obiettivo di provocare una svolta autoritaria nel Paese, animato da diverse correnti di pensiero politico. Forse per questo le prime indagini puntarono sulla matrice anarchica, per poi focalizzarsi definitivamente sui neofascisti veneti.
Nonostante 36 anni di inchieste, di nomi, di accuse e di false piste, nonostante tutti sapessero chi accusare, ha prevalso l’insabbiamento delle indagini: al giorno d’oggi, nonostante la consapevolezza di alcuni dettagli molto precisi, la definizione di dinamiche e coinvolti, non risulta alcun colpevole e nessuna condanna.
“I processi sono stati fatti – spiega Ferrazza – ma poi sono fioccate le assoluzioni, le prescrizioni, le incompatibilità nelle procedure giudiziarie. Il risultato è che ampi settori dei servizi segreti hanno volutamente depistato le indagini e oggi non esiste una responsabilità processuale: nessuno ha pagato”.
Il cuore culturale di Asolo si dimostra così attento alle questioni nazionali: Gerardo Pessetto, assessore del comune di Asolo, presente alla serata di ieri, dichiara: “Diverse iniziative hanno una valenza che va ben oltre i confini del nostro Comune, perché la città ha da sempre un respiro nazionale e internazionale”.
Una “non verità”, quella relativa all’attentato di Piazza Fontana, le cui contorte radici arrivano anche qui da noi, in Veneto.
(Fonte: Luca Vecellio © Qdpnews.it).
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