La biosfera Monte Grappa coronata Mab Unesco. E adesso? La parola ai sindaci, uniti nella vittoria, di un territorio bello quanto difficile

Prima e dopo la proclamazione della biosfera del Monte Grappa a riserva Mab Unesco, avvenuta ieri verso le 15, è stato ribadito che la suddivisione tra core, buffer e transition zone non regola una classifica né una gerarchia tra i Comuni: la responsabilità delle amministrazioni sarà ripartita ugualmente, a prescindere dalla vicinanza dal massiccio.

Per questo, dopo aver ottenuto il riconoscimento, per i 25 municipi coinvolti inizia la parte più difficile: quella relativa all’applicazione pratica delle progettualità, esattamente 152 nel dossier di candidatura. Infatti, diventare Mab Unesco, così come diventare un sito Patrimonio dell’Umanità, significa anche sottoporsi a un regolamento, che è necessario rispettare, pena la perdita del titolo.

Ai sindaci e alle loro giunte, così come alle associazioni di categoria e ai loro associati andrà anche questa responsabilità: “Tutti i giorni dovremo essere capaci di lavorare per trovare un equilibrio virtuoso e sostenibile tra la gente e l’ambiente circostante – riporta la presidente Annalisa Rampin nel suo discorso in diretta con il Consiglio Internazionale subito dopo la proclamazione – tra la bellezza del nostro territorio e l’azione delle istituzioni, del loro tessuto produttivo, del loro patrimonio culturale, delle loro tradizioni e del paesaggio”.

In effetti, lo stesso territorio di Pieve del Grappa è caratterizzato ambo da grandi bellezze, quanto da grandi difficoltà dovute alla morfologia complessa di un paese che ha, di fatto, buona parte dei propri ettari in pendenza. Zone, queste, che in passato, oltre al maltempo e alle distanze, devono combattere anche lo spopolamento, salvo quei determinati lavoratori che ancora vi rimangono.

Tra i Comuni in prima linea, per la provincia di Treviso, non si può non citare ancora una volta Asolo, che rimane un’importante ancora per l’internazionalità del progetto, grazie a una già affermata notorietà in ambito turistico: “Questo progetto farà ancora più da stimolo per una condivisione tra Asolo e il territorio – afferma il vicesindaco Franco Dalla Rosa – la conoscenza del territorio non deve essere legato a un solo soggetto ma esteso tutta la comunità dei comuni”.

Spostandosi in Valcavasia, Possagno è uno dei pochi paesi, assieme a Borso del Grappa e Pieve, che nel proprio territorio comprende una parte di core zone: a detta del sindaco Valerio Favero, l’idea di poter aprire una finestra di appetibilità turistica anche sull’aspetto naturalistico e storico, oltre che basandosi sull’immancabile figura di Antonio Canova, è qualcosa di importante. “Penso al Palon, a Cima Mandria, alle trincee del Percorso Memoria – dichiara il sindaco Valerio Favero – È uno slancio per pensare a investire anche su questi siti e non soltanto su Canova”.

Anche il sindaco di Maser, Claudia Benedos, afferma: “Dobbiamo renderci conto di far parte di una rete di eccellenze a livello mondiale. Abbiamo la possibilità di aumentare il benessere dei nostri cittadini, tra salvaguardia dell’ambiente, economia ed equità sociale”.

Per Cavaso, così come Cornuda, l’aspetto più rilevante di questa vittoria riguarda la cooperazione dei Comuni nel costruire una sinergia abbastanza capace da portare a casa un risultato vantaggioso per tutti: “Il nostro impegno è sempre quello di cercare collaborazione nei Comuni limitrofi, anche nella quotidianità” risponde l’assessore di Cavaso del Tomba, Michele Cortesia. E il primo cittadino Claudio Sartor concorda: “La coesione territoriale è un fattore di crescita per tutti. E non è solo il Mab Unesco, l’Ipa sta portando a casa anche diversi altri risultati e sul territorio questo si sente”.

Per Pederobba, che assieme a Cavaso comprende anche il Monte Tomba nella sua fascia di buffer zone, considera il riconoscimento come una doppia opportunità: “Migliorare i rapporti umani e sviluppare i rapporti economici: per questo per noi è importante far parte di questo progetto” afferma Maria Perozzo.

Interessante è anche la prospettiva di Castelcucco, piccolo comune che avrebbe riscontrato negli ultimi anni, tranne quelli del covid, una controtendenza nei numeri: pare infatti che la posizione del paese, anch’esso ben munito di potenziali attrazioni naturalistiche, l’abbia portato a diventare una scelta per molte giovani famiglie in cerca di una casa. “Molte sono le attività di volontariato che contribuiscono a tenere puliti i sentieri e per questo bisogna ringraziarli” commenta l’assessore Valter Melcarne.

Un bilancio, quello sui comuni della Pedemontana del Grappa, che mostrerebbe quindi qualche prospettiva diversa, ma anche diverse esigenze comuni: “Orgoglio e consapevolezza – dice Luciano Ferrari, sindaco di Monfumo – È un territorio bellissimo e difficile quello che dobbiamo curare, speriamo che questo progetto possa darci gli strumenti per prendercene cura”.

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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