La Patata di Pagnano diventa De.co e dal 1870 il suo segreto sta nella terra: orgoglio per la frazione e per le sue tradizioni

La patata di Pagnano diventa una denominazione comunale, con grande soddisfazione dei piccoli produttori che portano avanti questa tradizione di generazione in generazione dal 1870.

La notizia arriva durante lo scorso consiglio comunale che ha visto l’approvazione della prima de.co di Asolo (DEnominazione COmunale), città aderente all’albo nazionale: in passato altri prodotti erano stati proposti per ottenere questa denominazione, in particolare l’olio e la recantina, ma erano subite rientrate in altre categorie superiori, igp e doc.  

Come spiega il vicesindaco Franco Dalla Rosa, che ha seguito personalmente la stesura del disciplinare e la candidatura del prodotto, la denominazione rappresenta la carta d’identità di uno specifico prodotto che abbia almeno trent’anni e che sia legato alle tradizioni di un determinato territorio.

È curioso sapere che la legge sulle de.co sia partita pare proprio ad Asolo, da un’idea Luigi Veronelli, che aveva compreso l’importanza di salvaguardare i prodotti tipici. 

Nel caso della patata di Pagnano, la valorizzazione avveniva a livello locale in modo sentito già prima di questo riconoscimento: si svolgeva ogni anno al Maglio la Festa della Patata, molto sentita da chi abita la frazione.

Nei tempi in cui nelle zone contadine del trevigiano regnava la fame, tra fine Ottocento e durante i primi decenni del secolo scorso, precisamente ad Asolo vi erano 40 ettari di coltivazione della patata.

Il tubero serviva a compensare le scarse colture di cereali in momenti difficili, fino a diventare la principale fonte di sostentamento della popolazione.

La distinzione della patata di Pagnano da una patata comune sta nella particolare gustosità e in tutte le diverse varietà coltivate, dalla bintja, daisy, desiré, kennebec, monalisa e alla cicero, si percepisce la differenza data dalla ricchezza del terreno della frazione asolana, favorita da un’importante componente sabbiosa.

A coltivarla sono specialmente alcune famiglie, con piccoli appezzamenti regolamentati, e qualche produttore più grosso che riesce a commercializzarla in modo interessante: “Alcune famiglie stanno pensando di estendere la produzione – afferma Dalla Rosa – e il prossimo traguardo sarà arrivare a ottenere una de.co regionale”. 

 “Asolo, come Cittàslow, prosegue la valorizzazione del territorio e delle sue tipicità – commenta il sindaco Mauro Migliorini – Un sistema che vuol far emergere i fenomeni locali in controtendenza rispetto alla globalizzazione e che dà forza alla filiera corta a chilometri zero. Tale valorizzazione è collegabile alla nuova normativa europea “Pacchetto qualità” inerente ai nuovi sistemi di certificazione ed etichettatura che conferiscono valore aggiunto alla proprietà dei prodotti agricoli e alla loro commercializzazione”

Mentre le patate di Pagnano della scorsa, ottima, annata sono ormai introvabili, poiché il periodo di coltivazione dura da marzo a settembre, in alcuni piccoli campi ai piedi della Rocca d’Asolo già si possono veder spuntare le verdi foglioline di quelle future, si spera altrettanto deliziose, che saranno disponibili da fine giugno fino a Natale. 

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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