È stata una giornata storica per la città di Asolo quella di oggi, sabato 26 settembre, che ha visto, fortunatamente sotto il sole, il taglio del nastro del nuovo restauro della Rocca, in presenza delle autorità che hanno potuto constatare il risultato dell’importante opera avviata il 25 marzo scorso.
Un evento che, anche visto il pubblico raccolto al Teatro Duse alle ore 11 e poi direttamente in Rocca, interessa a più livelli, dal locale, con il coinvolgimento degli assessorati e delle associazioni di promozione turistica, al provinciale, con il dialogo con gli enti con sede a Treviso e ancora dal regionale, con la costruzione di una sinergia con altri patrimoni Veneti, dalle Dolomiti alle Colline del Prosecco, fino all’internazionale, per il respiro che Asolo continua ad avere nel settore turistico, specialmente nel pieno del Festival del Viaggiatore.
Tra i presenti, nella storica platea del teatro, il prefetto di Treviso Maria Rosaria Laganà, il sottosegretario Achille Variati, la sovrintendenza del MiBact sezione Veneto rappresentata dalla dottoressa Renata Casarin, e tutti coloro che hanno partecipato alle fasi di progettazione.
Presente anche l’architetto Luigi Girardini, che ha riassunto le caratteristiche principali dell’opera e della Rocca, risalente alla seconda metà del tredicesimo secolo.
L’intrigante storia della Rocca, costruita sulla cima del Monte Ricco, non ha superato indenne lo scorrere del tempo e il muro di cinta e i camminamenti, ma specialmente la scala di legno che portava alle passerelle di ronda, giacevano in uno stato di degrado, complice anche l’utilizzo agricolo delle strutture.
A raccontare il cantiere, l’architetto Ian Ferrarato, che ha elencato i passaggi del restauro: l’allestimento dei ponteggi e la posa delle travi sono state operazioni molto delicate poiché si è dovuto coniugare un muro storico costruito approssimativamente, con approcci architettonici più moderni e precisi, che lavorano al millimetro.
In particolare, le complicazioni stavano nell’atterraggio della scala e nel fissaggio sulla parte superiore. Anche la posizione elevata della Rocca è stato un ostacolo da superare: le rampe della scala sono state elitrasportate singolarmente e fissate all’antico bastione.
L’attenzione di queste operazioni è da notare specialmente nell’accuratezza e nel rispetto dei punti già esistenti, senza intaccarne il valore e la struttura iniziali.
Il sottosegretario Variati si è detto avere particolarmente a cuore il risultato finale dal momento che lui stesso ha ricoperto il ruolo di sindaco e sa bene cosa significhi: “Essere sindaco è una sensazione straordinaria perché si è responsabili di mettere insieme la bellezza storica con la tranquillità che ti pervade passeggiando tra le vie del borgo. Sono i passi della storia che sono suonano come i tuoi”.
Il restauro della Rocca ha richiesto nel complesso 240 mila euro: tutti i soggetti coinvolti hanno potuto completare i lavori nell’arco di un solo anno e la buona riuscita del progetto è un bel segno di rinascita per la comunità.
La Rocca infatti non vuole essere un segno di chiusura ma il simbolo di una sinergia vincente, come esempio virtuoso che dà onore e merito alla comunità e a tutti coloro che hanno preso parte all’iniziativa.
(Fonte: Luca Vecellio © Qdpnews.it).
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