Mab Unesco, scettico chi lavora nella Core zone del Monte Grappa: poco entusiasmo e timore di nuovi vincoli

Una panoramica del Monte Grappa

Sono passati soltanto due giorni dal riconoscimento del Monte Grappa a riserva MAB Unesco, un risultato che ha fatto onore a un impegno collettivo distribuito in 25 comuni e in tre province.

Alla cerimonia di proclamazione, tenutasi alla Fornace dell’Innovazione, non c’erano però coloro di cui si è parlato in vari capitoli del dossier e che sono, da un certo punto di vista, i primi destinatari di molte delle 152 progettualità: i “cittadini” della core zone designata, titolari di malghe, attività e rifugi, alcuni dei quali, interrogati sull’argomento del Mab, si sono mostrati indifferenti o, in altri casi, persino preoccupati degli effetti di questo riconoscimento.

Nonostante i vari incontri pubblici che sono stati organizzati prima della corsa al titolo, su una decina di telefonate alle attività dell’intero comprensorio soltanto un paio hanno trasmesso un parere positivo sul nuovo riconoscimento.

Scelti casualmente tra chi rispondeva al telefono e chi invece “non aveva tempo da perdere”, la maggioranza dei gestori e dei titolari di diverse attività rientranti nella core zone o ai suoi margini hanno risposto con marcato scetticismo alla domanda: “Siete felici per il riconoscimento del Monte Grappa?”

“Noi non siamo tutelati – affermano da Malga Coston – Siamo fortunati perché abitiamo il versante dove si sta bene, ma ci sono delle malghe che stanno andando in rovina. Diventare Unesco con le strade chiuse? È questo il patrimonio? Non credo. Ci sono malghe che hanno guadagnato il 30-40% in meno quest’estate”.

“Siamo custodi del Grappa da anni e anni. Mio padre aveva una malga e mio nonno prima di lui – affermano in un’altra malga lì vicino – Noi che lavoriamo in quota non veniamo rappresentati: gli interessi economici sono a fondovalle. Mi piace il Grappa, non è quello, il problema è che tra poco sarà esclusivo non essere Unesco, piuttosto che esserlo”.

“È bello sapere di questi risultati: dicono che così arriveranno altri soldi – affermano da Malga Pertica – se non fosse che i contributi ci sono già, solo che i comuni non riescono a ottenerli”.

Un’altra preoccupazione comune agli intervistati, infatti, riguarda eventuali vincoli ambientali che, seguendo il ragionamento dei titolari, potrebbero venire imposti sulla cima del Grappa: “Vincoli dal Comune, dall’Unione Montana, dalla Provincia, dalla Regione, dallo Stato, dall’Europa e adesso anche dall’Unesco?” afferma il titolare di una malga nel territorio di Borso del Grappa.

C’è anche qualcuno che vede con maggiore ottimismo il riconoscimento attribuito ufficialmente questo mercoledì: “Se uno non ha passione non rimane quassù – commentano da Malga Gasparini – Sono comunque cose belle: danno entusiasmo a chi lavora”. Dal Rifugio Bassano, in Cima Grappa, commentano così: “È stato approvato tre giorni fa, di conseguenza ci vorrà del tempo: per ora c’è sia dell’ottimismo, sia siamo un po’ scettici. Bisogna vedere cosa faranno, cosa attueranno. È ancora presto per dire tutto”.

“Diciamo che si spera che cambino qualcosa che sembra sempre che il Grappa esista solo quando in questi momenti qua e poi se lo dimenticano. Sembra più una cosa politica” affermano da un agriturismo in provincia di Vicenza.

“Sono stata molto contenta del riconoscimento, ma in realtà per me non cambia niente – dicono dal Rifugio Valrossa, in località Campo Croce – Io continuo per la mia strada. Certo, sono un po’ scettica perché è da cinque anni che attendiamo i ripetitori del telefono: se qualcuno si fa male da me, come faccio a chiamare i soccorsi? Tutto il Grappa ha questo problema. Per quanto riguarda l’acqua, vivo qui da diciott’anni, ormai sono abituata”.

Quello che pare sicuro, considerando le risposte (che non ritraggono la totalità dei lavoratori della core zone ma un campione scelto casualmente sulla mappa) è che le amministrazioni e gli enti coinvolti avranno un bel da fare per convincere alcune realtà dei vantaggi di essere riserva Mab: come primo passo, proprio oggi, mentre molti lamentavano il problema della viabilità, è arrivata l’ufficialità di uno stanziamento da parte della Provincia di Treviso di un milione di euro per il ripristino della Dorsale del Grappa (qui l’articolo), l’Sp141.

La messa in pratica delle progettualità relative al Mab Unesco avrà tempi e spazi da stabilire: ad alcuni cittadini sarà però prima necessario spiegare cosa significhino quelle tre lettere per il nostro territorio. “So che lo dovevano fare in questi giorni – comincia a dire la titolare di un rifugio in piena core zone – ma non so proprio come è andata a finire. Non ho seguito la cosa”.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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