Mercalli al Duse per la “partita mondiale” del cambiamento climatico: “Il negazionismo sul clima agisce su di noi attribuendo la colpa a qualcun altro”

Mentre una buona parte dei cittadini guardava la semifinale del Mondiale di calcio Marocco – Francia, ieri sera mercoledì 14 dicembre il meteorologo e climatologo Luca Mercalli parlava al pubblico del Teatro Duse di un’altra partita mondiale, quella del cambiamento climatico, in una serata organizzata dall’Academia dei Rinnovati e dal Comune di Asolo.

Un tema che il professor Mercalli descrive come una “malattia”, che è stata diagnosticata in teoria quasi trent’anni fa, fino alle dimostrazioni pratiche che oggi sperimentiamo anche in questo territorio. Quando, per esempio, la zanzara tigre ha iniziato a proliferare in tutt’Europa trovando un habitat ideale (e portando quattro diversi virus potenzialmente pericolosi), quando il livello dell’acqua alta a Venezia è salito ancora, quando le comunità hanno visto via Browning ad Asolo imbiancata ad agosto, allora anche chi ignorava questo problema ha cominciato a considerarlo per davvero.

“Una parte dei sintomi di questa malattia sono irreversibili – spiega il professor Mercalli -, come il riscaldamento globale, causato specialmente dall’utilizzo massivo di materiali fossili fortemente inquinanti come il carbone. Ma anche quando nel Novecento emergono di nuovo dopo la guerra tutte le prove scientifiche, il mondo dell’economia continua a marciare con il piede sull’acceleratore e le compagnie petrolifere cercano di oscurare queste teorie”.

Mercalli cita anche il famoso caso delle sigarette negli anni Sessanta, quando viene scoperto il legame tra il fumo e i tumori ma la notizia viene soffocata e per un periodo anche contrastata, attraverso un sistema di corruzione e negazionismo. “Sì, i negazionisti del cambiamento climatico esistono davvero – spiega l’esperto -. Quello che riguarda questo tema è un negazionismo che si muove attraverso strategie psicologiche, attribuendo la colpa alla Cina, agli Stati Uniti, evitando così di pensare alla propria singola responsabilità”.

Soltanto recentemente un comitato intergovernativo sul clima, che pubblica ogni cinque anni un rapporto destinato a finire sulla scrivania dei politici più importanti del mondo, ha concesso di prendere delle decisioni pratiche: anche nel nuovo millennio, però, tra lo sviluppo smisurato dell’economia cinese, conflitti bellici e decisioni politiche, il fatto di agire tempestivamente sul clima rimane una priorità soltanto sulla carta.

Quella che era soltanto una previsione, però, oggi succede veramente: inverni poco nevosi sulle Alpi, estati siccitose con temperature da record, fiumi ai minimi storici, nubifragi e tempeste violentissime. Fenomeni che mettono a rischio non più soltanto le altre specie, ma anche direttamente la nostra. Poi in Europa arriva la guerra, che provoca l’improvvisa interruzione di ogni tentativo di dialogo tra le nazioni su questo tema, a favore di altre priorità.

“Quindi i medici avevano lanciato l’allarme, il paziente non aveva iniziato nessuna cura – commenta il moderatore Alessandro Tich, giornalista, sul palco con il climatologo -. E quale può essere la responsabilità di un singolo in tutto questo? e quale invece della politica?” chiede a Mercalli.

“Direi un cinquanta e cinquanta – spiega, dando dei semplici consigli quotidiani su come andare incontro al pianeta -. Ogni persona produce in media circa settemila chili di Co2 ogni anno (altre fonti ufficiali riportano tremila chili in Italia: questo parametro dipende per esempio da quanto gas utilizziamo a casa nostra, da che auto abbiamo, da che cosa mangiamo. Io, per esempio, guido una piccola auto elettrica e utilizzo prevalentemente i mezzi pubblici, mi sono creato un serbatoio per il recupero dell’acqua piovana e ho il fotovoltaico a casa. Da qualche tempo non volo più in aereo, anche se comprendo che non tutti possano fare questa scelta. Dobbiamo sapere da dove partire, quindi da questi settemila chili, per poi cercare di lavorare per ridurre quanto possibile i nostri sprechi. Sembrerà una banalità, ma per Natale bisognerebbe cercare di non fare regali inutili, per esempio. Come regalare cose da mangiare, che perlomeno non vanno mai buttate”.

“Sotto una certa soglia di consumo pro capite, comunque, non è possibile andare, perché il fattore dipende dall’area in cui una comunità vive – continua l’esperto -. Mi capita spesso di parlare di cambiamento climatico in strutture scolastiche dove i serramenti sono vecchi e le strutture non sono adeguate. Bisogna chiedere agli amministratori di adeguare le strutture, chiedere se è stata fatta la riqualificazione energetica, se le scuole hanno i pannelli solari sul tetto”. Durante la serata, Mercalli cita anche l’esempio dei negozi in centro storico che lasciano le porte spalancate d’inverno e risponde ad alcune domande sulla questione degli aumenti del gas, che in parte possono anche essere visti come una riduzione degli sprechi.

“Da un certo punto di vista, la corsa alle fonti energetiche alternative possono essere un fattore positivo – commenta -, solo che queste scelte non vengono fatte con lo spirito giusto: si provvede al fotovoltaico perché ora il gas e l’energia costano troppo, non perché è effettivamente la cosa giusta per il futuro dei nostri nipoti”.

Durante la serata, Mercalli chiede al tecnico delle luci di diminuire la luminosità della sala e di spegnerne alcune file: “Ecco, questo è un esempio di come dare il proprio contributo all’ambiente. Spegnere le luci non necessarie, mettere vetri doppi o tripli alle finestre, chiudere gli spifferi, fare il cappotto alle pareti, mettere una pompa di calore, pensare a un’auto elettrica (che non sia troppo grande). A fianco al concetto di contrasto, c’è anche quello di adattamento alle conseguenze del cambiamento climatico: nell’intervista con Qdpnews.it, Mercalli porta un esempio relativo alla riqualificazione dei paesi di montagna, dove secondo le previsioni nevicherà sempre meno, alla piantumazione di quanti più alberi possibile in città, in modo da incrementare l’assorbimento di Co2, e consiglia il consumo di alimenti provenienti da una filiera corta.

Dalla platea, il sindaco Mauro Migliorini e il vicesindaco Franco Dalla Rosa affermano che quello della sostenibilità ambientale e del cambiamento climatico è un tema particolarmente importante per il Comune di Asolo, dove i cittadini hanno sperimentato in prima persona gli effetti di questo declino.

Dai progetti relativi alla riqualificazione degli edifici scolastici, passando per la bio-mensa del Plesso Unico, dall’illuminazione a led alla promozione del turismo lento, si può dire che Asolo non si sia limitata a sensibilizzare sul tema. In effetti, come spiega Giancarlo Zizola, anche l’originale Academia dei Rinnovati, da cui l’attuale circolo culturale organizzatore dell’evento prende il nome, era interessata a temi universali come questo, che riguardano sì in piccolo la comunità di Asolo, ma anche l’intero pianeta.

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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