Negli stretti cunicoli de “La Bot” e del “Gattolo”, l’acquedotto romano e quello medioevale che attraversano e raccontano il centro storico

In questi giorni di siccità appare ancora più chiaro quanto l’acqua sia la linfa vitale dell’evoluzione: fin dalla preistoria, l’uomo si accampava lungo i corsi d’acqua per assicurarsi questo bene prezioso, che oggi diamo per scontato.

Per questo, le infrastrutture che nei secoli sono state costruite per portare l’acqua nei villaggi sfruttando le sorgenti sono in grado di descrivere la storia della nostra civiltà. La città di Asolo ha avuto il merito e la fortuna di custodire nei secoli due manufatti di grande importanza: “La Bot”, risalente all’epoca romana, e il “Gattolo”, di origine medievale.

Queste cavità artificiali sono pressoché intatte nella loro interezza, pronte a essere valorizzate e mostrate anche a chi non può fisicamente accedervi, attraverso sistemi multimediali.

Lo scorso sabato è stato possibile per alcune sezioni della Federazione Speleologi del Veneto (e per noi di Qdpnews.it) percorrere fisicamente i due acquedotti, che si trovano in prossimità del centro storico del borgo: un’esperienza intrigante che, per quanto non affrontabile da tutti, si è dimostrata capace di mostrare un altro orizzonte segreto di Asolo e svelarne alcuni segreti. 

Poco prima, durante una conferenza sul tema, sono stati l’archeologa Cristina Mondin e Massimiliano Zago, curatore del Catasto delle Cavità Artificiali del Veneto, a parlare dell’“Asolo invisibile”. “Il nostro lavoro, consultando anche l’archivio civico di Asolo e alcune mappe della prima metà dell’Ottocento, è stato quello di comprendere come queste opere abbiano condizionato la vita della città – ha spiegato l’archeologa, – L’area di Asolo gode di un’abbondanza d’acqua: questo ha fatto sì che questa zona fosse abitata fin dalla preistoria”.

La Bot è un esempio quasi unico per le maestrie che presenta all’interno: uno degli accessi all’acquedotto si trova nei pressi del Portello Colmarion. Sorprenderà alcuni sapere che l’altro accesso si trova proprio in piazza Brugnoli (dove in epoca romana giacevano le terme pubbliche), sotto i giardini di villa Scotti.

L’acquedotto, composto a due livelli, servì per rifornire d’acqua le terme, ma anche per portare acqua in abbondanza agli edifici pubblici di Asolo: la prima parte del cunicolo è caratterizzata da una pavimentazione di epoca romana e cinque pozzetti di ispezione. Il condotto superiore servì per la costruzione e la manutenzione di quello inferiore, dove sono visibili diverse tecniche edilizie: per esempio, in un tratto il rivestimento della volta a botte è a conci in pietra, mentre nel settore meridionale la marna viene completamente rivestita in mattoni”. È interessante sapere che la parte finale dell’acquedotto è stata voluta da Gian Francesco Malipiero tra il 1937 e il ’39.

Quando nel Medioevo l’acquedotto romano venne ostruito, forse per una grande frana, la città sentì la necessità di costruirne un secondo: “Quello che oggi viene chiamato “Gattolo” è una struttura molto più semplice, – spiega la dottoressa Mondin – perché le capacità tecniche erano probabilmente inferiori rispetto a quelle dei Romani”. Si tratta di un tunnel lineare di 80 metri, molto più semplice da percorrere anche per un visitatore, con una derivazione di tubi che consentono di far scorrere l’acqua più a ovest rispetto alla sorgente.

Probabilmente venne fatto costruire dalla famiglia De Pardis (il cui stemma si può ancora vedere affisso in centro storico): questo perché, in caso di assedio, la famiglia avrebbe avuto la propria fornitura. Il “Gattolo” venne abbandonato nel 1909, ma continuò a fornire l’acqua a un monumento importante per il borgo: la Fontana Maggiore.

A intervenire su quello che è stato definito il “buio plasmato dall’uomo” sono stati anche Michele Betti, presidente della Commissione italiana Cavità Artificiali, che ha spiegato l’obiettivo della sua associazione, e l’assessore comunale Rosy Silvestrini, che ha parlato dell’importanza di valorizzare l’acqua contro gli sprechi alla vigilia della Giornata nazionale dell’Acqua (22 marzo). Sul tema dei due acquedotti, la città di Asolo si sta preparando a una mostra sul tema, che verrà annunciata a breve.

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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