“Degheio”, “mona”, “goto”: sono parole che usiamo o sentiamo ogni giorno. Ogni parola permette di raccontare una storia, che può portare a viaggiare dalla Grecia alla Germania, dai tempi della Serenessima a quelli dei vecchi film western.
Lo spirito di questa rubrica può essere descritto con una citazione dello scrittore Alessandro D’Avenia: “Ci sono parole come le conchiglie: semplici, ma con il mare dentro”.
Parole semplici, una ogni martedì, capaci di custodire un mare di racconti, tradizioni, esperienze.
Guida di questo percorso sarà lo scrittore Paolo Malaguti, finalista al Premio Strega nel 2016 nonché autore di ben due libri che raccolgono le etimologie di parole venete: “Sillabario veneto. Viaggio sentimentale tra parole venete” e “Nuovo Sillabario Veneto. Alla ricerca dei veneti perduti”.
Lo farà con l’aiuto di Ennio Feltracco, presidente dell’associazione “Magnar e laorar de na olta”, che aggiungerà alle curiosità di Malaguti un tocco di folklore asolano.
La cornice è lo splendido Maglio di Pagnano, dove sono custoditi gli oggetti di una volta e dove sono stati ricreati gli ambienti di una tipica abitazione veneta del passato. Ci sono pentole in rame, utensili contadini, sedie impagliate, e un grade tavolo sul quale è presente un grosso tagliere per la polenta, con tanto di filo con il quale veniva tagliata dal capofamiglia, seduto su un’imponente poltrona di legno.
Si tratta di un ambiente che ben si sposa con il contenuto della rubrica, che è un viaggio nel Veneto di una volta, ma che racconta molto anche del Veneto di oggi.
Le tradizioni sono, letteralmente, “le cose che vengono consegnate”. Sono consegnate da una generazione all’altra, da una cultura all’altra, da chi le conosce a chi non le conosce. “La lingua veneta – spiega lo scrittore Paolo Malaguti – come ogni lingua, costituisce un arricchimento e pertanto non va nascosto né dimenticato. È importante tenerla viva e raccontarla, soprattutto alle nuove generazioni”.
A partire da martedì prossimo, 23 febbraio, le parole non saranno presentate alla rinfusa, ma saranno raggruppate in famiglie affini tra loro: ci saranno le parole sul carnevale, sulla fredda stagione invernale, sul contagio, sui modi di dire, sulle tradizioni culinarie.
Le storie di queste parole hanno radici davvero profonde e curiosità dopo curiosità, verrà voglia di esclamare a gran voce: “Ah, ben po’”.
(Fonte: Laura Sambruna © Qdpnews.it).
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