Lo scorso sabato 22 ottobre l’area festeggiamenti di Pagnano d’Asolo ha ospitato la Festa dell’Onam, organizzata da alcune associazioni di cittadini indiani provenienti dallo Stato del Kerala.
Secondo la tradizione indiana, questa ricorrenza ricorda il ritorno del Re Maveli tra la sua gente, riportando l’uguaglianza e la libertà nel suo regno.
Nel Kerala questa festività coinvolge e unisce persone di differenti tradizioni religiose, induisti, cristiani, musulmani ma anche fedeli di altre religioni, che si ritrovano insieme per diffondere un messaggio di pace e fratellanza.
Il pomeriggio è iniziato con alcuni giochi tipici dell’India, in particolare un divertente tiro alla fune al quale hanno partecipato bambini, uomini e donne che indossavano abiti tradizionali indiani.
In seguito, i vincitori del tiro alla fune sono stati premiati e c’è stato spazio anche per i discorsi delle autorità: presenti il sindaco di Cavaso del Tomba, Gino Rugolo, e l’assessore Michele Cortesia.
La serata si è conclusa con la danza tradizionale Thiruvathira e altri balli, con canti o con una cena, rigorosamente vegetariana, tra profumi, colori e suoni dell’India.
L’amministrazione comunale di Cavaso del Tomba sta portando avanti da tempo un importante percorso di integrazione con i cittadini di origine straniera, puntando sull’inserimento degli stessi nel mondo del volontariato locale e sulla valorizzazione delle tradizioni dei singoli Paesi.
Lo scorso mese di giugno si è tenuta la “Festa di San Giovanni Battista” organizzata dalla Comunità Cristiana Cattolica di Rito Malankarese: i partecipanti, fedeli cattolici di origine indiana, si sono ritrovati nella chiesetta di Sant’Ermacora (Casa Soggiorno Binotto) dalla quale è partita la processione lungo le vie del paese con l’accompagnamento della Banda Musicale di Pederobba.
A marzo, invece, alcuni cittadini indiani sono stati coinvolti nella pulizia dei sentieri che portano al Monte Tomba, dando un contributo concreto alla comunità nella quale vivono.
Qualche settimana fa, il sindaco Rugolo e l’assessore Cortesia hanno partecipato ad una cena preparata da Jincy Laison, moglie di Laison Thomas Valuparampil, cittadino di origini indiane che frequenta la parrocchia di Cavaso del Tomba.
In queste progettualità è coinvolto anche Mamut Ramazan, rappresentante della locale comunità macedone, impegnato da tempo nelle iniziative legate ai temi dell’integrazione dei cittadini stranieri del suo territorio.
Oggi anche i fedeli induisti dell’Alta Marca Trevigiana e del Veneto festeggiano la “Festa della Luce” (Diwali o Dipavali), una ricorrenza religiosa importantissima che simboleggia la vittoria sulle forze del male rappresentate dalle tenebre.
Nella notte priva di luna si accendono in onore della dea Lakshmi migliaia di lucerne, che si dispongono in lunghe file sulle terrazze, sui davanzali e davanti alle soglie delle case, oppure si affidano alla corrente dei fiumi delle piccole candele poste in confezioni biodegradabili.
Con il Diwali, inoltre, si ricorda il ritorno del principe Rama nella città di Ayodhya dopo il lungo esilio e mille difficoltà.
“La festa di Diwali, festa delle luci, rappresenta la divina unione di Lakshmi con il dio Vishnu – spiegano dall’Unione Induista Italiana – In questo periodo ogni luce, ogni lumino e ogni lampada vengono accese in onore della venuta di Lakshmi sulla terra, come per rischiararle il cammino e rendere ogni casa, ogni villaggio e ogni capanna sparsa nella foresta accoglienti e pronti per la visita della Madre Divina portatrice di abbondanza e prosperità”.
“Nel sud India, in questi giorni, nelle prime ore del mattino (alle quattro), dopo il brahmamuhurta gli indù si lavano, si cospargono il corpo di olio e indossano, così puliti e profumati, dei vestiti nuovi – continuano – I più fortunati fanno il bagno nel fiume Gange in segno di purificazione. È diffusa anche l’usanza di scambiarsi abiti, sari e doti dai vivaci colori; anche i datori di lavoro, in questi giorni, regalano vestiti ai propri dipendenti. Ognuno dimentica gli antichi rancori, tutti sono gentili e festosi e si abbracciano gioiosamente in segno di amicizia”.
“La vibrazione molto intensa che aleggia negli animi delle persone si sente nell’aria – concludono dall’Unione Induista Italiana – ed è così potente da cambiare, anche solo per qualche giorno, il cuore delle persone e avvicinarlo all’amore divino”.
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