Una sartoria sociale alla Fornace di Asolo per insegnare un mestiere a metà tra artigianato e arte: corsi gratis per le donne disoccupate sopra i 35 anni

Insegnare un mestiere a donne disoccupate sopra i 35 anni (a questa fascia d’età e di genere si rivolge l’invito) e, al contempo, avvicinare il concetto di artigianato a quello di arte: sono gli obiettivi di un progetto che da Verona si è recentemente spostato ad Asolo, trovando una culla ideale nel vivo ricordo della sartoria di Daniele Berdusco.

Uno spazio sociale all’Hangar della Fornace dell’Innovazione ha ospitato e ospiterà ancora alcuni corsi di avviamento alla sartoria, combinati con un progetto più ampio.

Grazie al supporto di Confartigianato, della Regione Veneto, del Comune di Asolo e di alcune ditte locali, che offrono gli scarti di produzione per la pratica delle attività, questi corsi sono stati resi gratuiti a tutte le donne dai 35 anni in su che non abbiano un lavoro o che stiano cercando un’occupazione.

Si tratta di corsi specializzanti, a cui partecipano 5-6 persone per volta, e che vedono la cattedra di professionisti conosciuti nel mondo della sartoria e dell’artigianato: l’esperienza vuole essere uno stimolo per le partecipanti che possono, una volta terminato il corso, avvicinarsi ad attività lavorative da casa o nelle aziende del territorio, che tra l’altro hanno lamentato in passato una mancanza di preparazione e dedizione verso questo genere di mestieri.

Il secondo corso, in partenza il 30 di agosto, vedrà per esempio lezioni tenute da Alessio Berti, noto modellista, e da altri professionisti nel campo della moda.

Tra i punti del programma, ci sono alcune lezioni sullo “sviluppo taglie”: si tratta di una pratica resa obsoleta per le grandi produzioni, che ormai utilizzano situazioni digitali, ma di una disciplina importante e delicata quando si parla di artigianato tailor made.

I capi disegnati e prodotti in limitatissimo numero mostrerebbero così una notevole attenzione al dettaglio, così come ci si aspetta da un prodotto artigianale di prestigio.

Con la direzione creativa di Valeria Bertesina e la collaborazione del centro Koinos, il progetto vede però qualcosa di più ambizioso nel suo futuro: aprire un dialogo con Asolo e con il mondo del volontariato, della cultura e dell’arte. La sartoria, infatti, prevede alcune esposizioni d’arte.

Non si tratta di fare produzione o competere con altre realtà – afferma la curatrice artistica – Ciò che ci interessa di più è il binomio arte contemporanea e sartoria. Il capo d’abbigliamento come opera d’arte. Ad Asolo ci sono le condizioni migliori per realizzare tutto questo. Col suo passato, ricco di presenze di arte, architettura, letteratura e musica. Inoltre, abbiamo trovato un’ottima accoglienza”.

Il Comune di Asolo, come spiega l’assessore Andrea Canil per quanto concerne l’assessorato ai servizi sociali, ha appoggiato volentieri l’iniziativa quando è stata proposta: “La logica è quella di dare delle competenze a delle donne, permettendo loro di valorizzare il proprio lavoro anche attraverso spazi espositivi. In questo modo combaciano l’aspetto sociale e quello artistico”.

(Foto: Sartoria Sociale Asolo).
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