Lasciar stare spiedo, pastin e polenta – i cibi grassi, caldi e pesanti – preferire la frutta e la verdura e bere oltre due litri di acqua al giorno: indicazioni non troppo differenti da quelle che i medici danno per tutto il resto dell’anno, ma ancora più importanti quando le temperature toccano l’estremo in alto del termometro.
Così l’Ulss1 e similmente anche gli altri distretti hanno deciso di generare un Piano per l’Emergenza Caldo, che dà indicazioni e traccia procedure precise, inserendo tra i codici rosso, giallo, verde e bianco anche uno speciale indice “calore” nei registri operativi delle strutture sanitarie.
L’Ulss 1, questa mattina, ha voluto illustrare in conferenza stampa indicazioni precise alla popolazione, con l’obiettivo di ridurre il più possibile gli interventi, i ricoveri e, qualche volta, i decessi: attualmente la media ammonterebbe a circa 270 accessi al pronto soccorso ogni giorno, con una prevalenza di casi geriatrici e molti turisti e villeggianti. Ecco il contributo dei vari specialisti, introdotti dal direttore generale Giuseppe Dal Ben.
Anziani e calore
Il dottor Gianfranco Conati, direttore del reparto di Geriatria, ha spiegato che in questo momento quella che richiede più attenzione è la persona anziana e malata, ma anche l’anziano autosufficiente. “In genere l’anziano autosufficiente in estate richiede lo stesso stile di vita. Mangia la stessa quantità di cibo, beve la stessa quantità di acqua, esce in bicicletta o a fare l’orto sotto il sole cocente, disidratandosi. In genere poi l’anziano si veste di più, perché la sua temperatura corporea è più bassa: questo favorisce febbre o ipotensione”. Per il malato questo indice peggiora ulteriormente, così come sono pericolosi i cambi repentini di temperatura, che dovrebbero essere sempre attorno ai 25 gradi. Conati ricorda anche la solitudine e dell’ansia, altri aspetti da evitare per qualunque persona anziana.
Attenti ai bambini più piccoli
“Sotto i due anni i bambini devono essere sottoposti ad attenzioni più specifiche” spiega il coordinatore del Dipartimento Materno Infantile Stefano Marzini. Per quanto riguarda questa fascia dell’infanzia, la disidratazione rappresenta il punto più critico, perché nel sudore non c’è soltanto l’acqua ma anche i sali minerali, che bisogna poi reintrodurre. “I bambini, reduci per esempio da una gita in montagna, tornano spesso con gli occhi infiammati e qualche volta con la febbre. E’ necessario gestire la febbre aumentando la dose d’acqua di almeno un 10% in più rispetto a quella giornaliera”. Inoltre, per i bambini ancora in allattamento bisogna ricordare che il 95 per cento del latte materno è acqua. “Noto anche – aggiunge il dottor Marzini – che molti genitori sottovalutano l’importanza della conservazione del cibo: lasciare il latte fuori dal frigo per una giornata intera e poi somministrarlo è fortemente sconsigliato.
Adulti e alimentazione
“In questa stagione in genere capita di non fare attenzione al cibo. Si è in vacanza quindi si mangia e beve di più – spiega il dottor Francesco Minniti, direttore Medicina ad Agordo -, ma in realtà sarebbe bene non consumare piatti troppo elaborati e ridurre l’assunzione del sale, rispettando gli orari. Tra la cena e la colazione dovrebbero esserci almeno 12 ore. È importante per la dieta specialmente cambiare colori del cibo: può sembrare banale, ma in realtà i piatti colorati sono ricchi di antiossidanti e questo è un toccasana per noi.
Sport sotto il sole d’estate
“Non ci si inventa atleti e non è possibile dimagrire tre giorni prima di andare al mare. Bisogna fare attenzione a non esagerare – continua Minniti -. L’acqua chiaramente va assunta in quantità e anche mentre si pratica l’attività stessa, senza aspettare di avere sete: uno sportivo può arrivare anche ad aver bisogno di quattro litri al giorno. Bisogna anche mettere la crema solare, controllare il proprio battito cardiaco e, se possibile, non uscire a praticare sport nelle ore più calde.
Lavorare con il caldo
È stato Sandro Cinquetti, direttore del Dipartimento di Prevenzione, a parlare del caldo a lavoro: “Anche un lavoratore deve acclimatarsi prima di essere messo a pieno regime, per esempio, a lavorare su un tetto il primo giorno del suo contratto. Bisogna garantirgli vele e tende per ombreggiare, pause di recupero e attenzionare i lavoratori più fragili, facendoli turnare nei mestieri più gravosi. Anche l’abbigliamento dev’essere tecnico, confortevole e traspirante.
Non solo noi: il caldo per gli altri mammiferi di casa
“In un ambiente naturale, l’animale si autoregola alle temperature – spiega il dottor Enrico Francione, veterinario -. Se vive con noi invece i nostri comportamenti lo influenzano”. È importante che il cane non sia esposto per tutta la giornata al caldo, che venga portato a spasso al mattino o alla sera, quando è meno caldo, che abbia sempre luoghi dove ripararsi dal sole e abbeverarsi. Le passeggiate sull’asfalto rovente possono essere molto dolorose e creare vesciche e scottature. “Il trasporto in auto è un fattore pericolosissimo – continua Francione -. Occorre controllare quando la sua respirazione diventa troppo frequente e innaturale. In quel caso è meglio chiamare subito il veterinario di fiducia”.
La situazione in provincia di Belluno
“I dati mostrano una situazione di normalità, anche considerando la presenza di turisti nelle aree montane, ma vista l’imprevedibilità metereologica è importante mantenerla tale” ha spiegato Dal Ben. “Non c’è un aumento di casi, ma molti ignorano i sintomi del caldo. Il parametro più importante è comunque l’idratazione. Bisogna assumere più acqua possibile”.
Malore per il caldo: cosa fare
Il dottor Giulio Trillò, direttore del Suem, ha consigliato di chiamare il 118 in caso di un’emergenza effettiva. Per i consigli è invece necessario rivolgersi a sportelli dedicati, per non intasare la centrale operativa. A questo proposito Debora Tormena, coordinatrice tecnica ospedaliera dell’Ulss 1, ha spiegato che il Piano d’Emergenza Caldo funziona in 24 ore su 24 e in due momenti: uno con l’accesso del paziente, l’altro con l’ingaggio dell’operatore. “I medici di medicina generale sono stati sensibilizzati su questo tema e le segnalazioni immediate di casi legati a questa problematica consentono una risposta rapida, specie in alcune strutture ospedaliere di medie dimensioni nella provincia. Nel frattempo, l’Arpav invia tutti i giorni un bollettino relativo al giorno successivo, che viene poi inoltrato alle strutture che ospitano persone fragili e ad alcuni enti specifici. Il numero verde della Regione per informazioni su questo tema è 800-535535″.
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