Le giornate più fredde tra dicembre e gennaio sono quelle migliori per la riproduzione delle trote marmorate. E proprio in questi giorni la Provincia, con i suoi tecnici e i volontari dei bacini di pesca, sta lavorando alla cosiddetta “spremitura” degli esemplari riproduttori.
Le operazioni sono effettuate nell’impianto di località Sottocastello (a Pieve di Cadore), dove attualmente è ospitato in via temporanea il materiale ittico della Provincia – in attesa di completare i lavori ai centri ittiogenici provinciali di Tomo (Feltre) e Bolzano Bellunese – grazie a una convenzione con i bacini di pesca 4 (“Centro Cadore”) e 6 (“Maè-Piave”). L’obiettivo è di arrivare a produrre 1 milione di uova di trota marmorata, la specie autoctona del Bellunese. E di rilasciare gli avannotti nei corpi idrici tra maggio e giugno.
“Puntiamo ad aumentare il materiale ittico prodotto, un grande lavoro che ha come obiettivo finale il ripopolamento dei nostri corsi d’acqua, rimasti fortemente danneggiati dalla tempesta Vaia – dice il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin, che nei giorni scorsi ha fatto visita all’impianto di Pieve di Cadore. – Ringrazio i volontari dei bacini 4 e 6 che stanno ospitando il nostro materiale ittico e che collaborano attivamente a questa attività, insieme a Provincia, Regione Veneto e il suo braccio operativo Veneto Acque. La sinergia ha come fine la salvaguardia di una specie ittica fortemente identitaria e la valorizzazione di fiumi e torrenti”.
“Per i bacini di pesca del Bellunese riuscire a produrre in proprio materiale ittico selezionato è estremamente importante ed è per questo che insieme al bacino 4 abbiamo puntato al ripristino del centro ittiogenico di Sottocastello” afferma Endi Mussoi, presidente del bacino 6.
“Il mio bacino è da anni impegnato nelle reintroduzioni delle specie ittiche autoctone, grazie all’impegno e alla determinazione di tantissimi volontari che quotidianamente seguono le molte attività gestite dalla nostra associazione” aggiunge Giuseppe Giacobbi, presidente del bacino 4.
Selezione del patrimonio genetico della marmorata, spremitura e riproduzione, sono attività che normalmente vengono effettuate nei due centri ittiogenici di proprietà della Provincia, a Tomo e Bolzano Bellunese. Al momento però nei due impianti stanno avanzando spediti gli interventi di riqualificazione e potenziamento. Il primo stralcio si è concluso nel corso del 2023, in primavera partiranno i lavori del secondo stralcio, che riguardano in buona parte le nuove captazioni d’acqua. L’importo complessivo dei lavori – riguardante sia le strutture (primo stralcio) sia le opere di presa – vale poco meno di 2 milioni di euro e deriva da fondi provinciali, regionali (e Fcc per Tomo). L’accordo con i bacini 4 e 6 è stato siglato appositamente nell’estate 2023, in modo che il materiale ittico venga custodito e mantenuto a Pieve di Cadore per la durata dei cantieri, che da cronoprogramma dovrebbero concludersi entro il 2025.
(Foto: Provincia di Belluno).
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