Campolongo, l’occhio del ciclone della tempesta di martedì: case scoperchiate e migliaia di tronchi caduti

Gli effetti della tempesta a Campolongo
Gli effetti della tempesta a Campolongo
Video a cura di Luca Vecellio

Campolongo, un paesino di meno di mille abitanti in Comelico, frazione della Santo Stefano di Cadore macchiata da quell’evento tragico di qualche settimana fa, è stato il punto più colpito dalla tempesta che, martedì 18 luglio, ha impressionato tutto il Veneto per la violenza del vento nello sradicare gli alberi, improvvisamente, come fossero fili d’erba.

L’evento atmosferico ha avuto il suo epicentro di intensità sulla sponda sinistra del torrente Frison, che incontra il Piave all’altezza del ponte della SP465.


Gli abeti a terra sono moltissimi, con ampie chiazze nella foresta che ricordano gli effetti di Vaia. Alcuni sono rotolati lungo i pendii travolgendone altri, schiacciando la vegetazione e arrivando fino a valle. Ironicamente, come fa notare un residente, gli unici rimasti in piedi sono quelli col bostrico.

Soltanto nei pressi del campeggio, i tronchi caduti sono arrivati a schiacciare delle auto. Il bel panorama idilliaco di cui si poteva godere dai terrazzini delle palazzine del paese è sicuramente compromesso e ci vorranno delle decadi affinché torni lo stesso. 

Il vento ha messo a dura prova i tetti in lamiera degli edifici di Campolongo, alcuni risalenti ancora a metà del Novecento. Una casa laterale alla provinciale è stata completamente scoperchiata, con il risultato che oggi la mansarda all’ultimo piano è priva di qualsiasi copertura. Lungo il paese anche muretti e pareti sono stati danneggiati dalla violenta tempesta. 

In questa lunga giornata e parzialmente anche ieri sera, con oltre ottanta interventi richiesti soltanto in questa zona, centinaia di alberi sono stati messi in sicurezza, tagliati e portati via dai Vigili del Fuoco, assieme alla Protezione civile e agli stessi residenti: la strada Vicolo Soch, sul lungo Piave che porta al campeggio isolato dopo la tempesta, è stata particolarmente impegnativa da liberare.

La reazione dei residenti

Si percepisce un certo sconforto tra i residenti, spostandosi per le contrade del paesino, ma mai rassegnazione: i comeliani, si sa, sono gente orgogliosa, abituata ad avere a che fare con i fenomeni naturali. Non a caso questa valle è sempre stata isolata, fino all’apertura della galleria, che ha aperto le porte anche al turismo.

C’è chi ha trovato danneggiata anche l’auto, chi teme che un altro evento come questo possa davvero essere catastrofico per la sua abitazione e chi ancora, residente altrove, non ha ancora potuto raggiungere la propria casa per verificarne eventuali danni. 

Intanto, l’allerta meteo continua a non dare buone notizie e in Cadore ci si augura che il maltempo si distenda: meglio qualche giornata in meno di bel tempo che intensi fenomeni come questo.

(Foto e video: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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