«C’era la luna piena che illuminava tutta la tragedia. Un silenzio sinistro e irreale. Soffiava un vento freddo che ci spazzava i volti. Nell’aria si avvertiva un senso di paura e terrore e ci rendemmo subito conto del nostro senso di impotenza».
Commozione e ricordo nelle parole di Donato Tricarico. L’allora maresciallo della Guardia di Finanza, tra i primi a giungere a Longarone nella notte del 9 ottobre 1963, ha raccontato la sua esperienza di soccorritore («Non auguro a nessuno di vedere quello che ho dovuto vedere io in quelle ore») e con poche vibranti parole ha segnato il leitmotiv del conferimento della cittadinanza onoraria di Longarone alle Fiamme Gialle.
La cerimonia in municipio, celebrata oggi sabato, ha visto la presenza di numerose autorità. Particolarmente colpito dalla testimonianza di Tricarico, il generale Riccardo Rapanotti, comandante regionale della Guardia di Finanza. «Il grazie mio e dell’intero Corpo non è solo per l’onore di ricevere la cittadinanza onoraria di Longarone, ma soprattutto per aver sentito e vissuto oggi una emotività che non pensavo di poter provare. Avevo già letto la memoria del maresciallo Tricarico – le parole di Rapanotti – e mi aveva colpito molto il salvataggio operato da lui di una bambina 3 anni, figlia di un finanziere, rimasta sotto le macerie, abbracciata alla mamma morta. Ma questa mattina nel cimitero monumentale, guardando i ricordi di un’intera comunità, ho visto altre storie toccanti».
Il generale Rapanotti, insieme al colonnello Dario Guarino (comandante provinciale GdF) ha ritirato la pergamena della cittadinanza onoraria, che ricorda il celere e importante aiuto assicurato dai finanzieri fin dalla notte del 9 ottobre 1963. «Questo attestato si inserisce in un evento che è talmente grande che non si può non emozionarsi – ha sottolineato -. Io ho vissuto un’esperienza analoga a quella del maresciallo Tricarico, in Val di Stava nel 1985. All’epoca frequentavo l’accademia, e venni mandato a Tesero all’indomani del disastro. Spero che le Fiamme Gialle continuino a meritare questo riconoscimento di Longarone. Non dobbiamo dire quanto siamo bravi, ma continuare a essere più vicini possibili alla società e alle comunità locali».
La cerimonia è cominciata al cimitero monumentale di Fortogna, con la deposizione di una corona al monumento. E ha avuto il suo momento ufficiale nella sala consiliare del municipio, dove si sono riuniti finanzieri in congedo e in attività (e dove il comandante provinciale Guarino – con uno strappo al protocollo – ha salutato la provincia di Belluno, dato che tra una decina di giorni continuerà il suo lavoro altrove, come comandante provinciale ad Ancona).
«Nelle persone che hanno vissuto il Vajont c’è sempre un pezzo di memoria e di vita rimasto qui, a Longarone» le parole del sindaco, Roberto Padrin, attorniato da tutto il consiglio comunale. «Un anno fa abbiamo dedicato un viale ai soccorritori perché rimanga a imperitura memoria. Perché è vero che il Vajont è stato dolore e tragedia, ma non dobbiamo mai dimenticare che all’indomani del 9 ottobre si è messa in moto una grandiosa macchina della solidarietà. E che l’affetto, gli aiuti e le grandi testimonianze di vicinanza ricevuti nelle giornate successive al disastro rappresentano la pagina bella su cui dobbiamo coltivare la memoria del Vajont».
(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
(Foto: Comune di Longarone)
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