Da Palazzo Telve a “La Luce delle Dolomiti”: un volume sulla visione di Edoardo Gellner tra memorie del 1956 e prospettive verso il 2026

La visione modernista di Edoardo Gellner, l’architetto fautore di alcune delle infrastrutture più rilevanti, ma anche più discusse della Cortina olimpionica del 1956, torna un argomento d’attualità con la recente acquisizione di Palazzo Telve da parte della società rappresentata dall’imprenditore Mario Moretti Polegato.

Una memoria che viene rivalutata con occhi nuovi, da una comunità cambiata e più consapevole rispetto alle grandi sfide dell’architettura: tra passato e futuro, la genialità di Gellner viene descritta in un volume intitolato semplicemente “Edoardo Gellner a Cortina d’Ampezzo” edito da Silvana Editoriale, presentato ieri sera a “Una Montagna di libri” dallo stesso Moretti Polegato e dai co-autori, con la moderazione di Francesco Chiamulera.

All’appuntamento erano presenti arie autorità, tra le quali il sindaco di Cortina Gianluca Lorenzi e Giulio Tremonti, già ministro e parlamentare e ora candidato alle elezioni politiche con Fratelli d’Italia e papabile futuro ministro dell’economia.

Se è vero che in occasione dei giochi del 1956 Gellner riuscì con i suoi progetti visionari a contribuire allo sviluppo urbanistico della città, le sue idee crearono soprattutto dubbi e polemiche da parte dei tradizionalisti: in una città dove si volevano preservare case in legno e balconi fioriti, Gellner portò sagome squadrate e avanguardiste, mostrando una città di montagna che voleva mostrarsi esempio, inseguendo in ogni caso un rapporto tra natura ed edificio.

“Conosco Cortina d’Ampezzo da tempo – ha affermato Moretti Polegato -. Il restauro di Palazzo Telve, che ora si chiama “Luce delle Dolomiti”, era per noi la possibilità di portare avanti un progetto di responsabilità sociale. Ci siamo impegnati in questo senso per dare un contributo al nostro Paese nel salvaguardare gli edifici storici. Con le stesse intenzioni, ricordo per esempio il restauro di Villa Sandi a Crocetta del Montello e dell’Hotel Casa Bianca al Mare di Jesolo”. 

Seduto a fianco all’imprenditore c’erano Eleonora De Filippis, curatrice del volume, Michele Merlo e Massimo Spampani, co-autori e collaboratori che hanno raccontato al pubblico la storia del lavoro di Gellner a Cortina. Il materiale collezionato in occasione della ricerca per questo volume si è rivelato prezioso: specialmente la parte fotografica, raccolta e collezionata dallo stesso Gellner all’epoca, e poi studiata e riprodotta dai fotografi Arcangelo Piai e Corrado Piccoli. 

“Il palazzo delle Poste (perché così lo chiamano gli ampezzani) dava un po’ nell’occhio e non era mai stato contestualizzato nel modo giusto – ha commentato in apertura il sindaco Lorenzi – Grazie all’intervento conservativo che è stato fatto, il palazzo ha ripreso il suo esatto spirito. Ora può essere considerato un’opera d’arte”. 

(Foto: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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