Frana di Revis a Lozzo di Cadore, avviati i lavori di messa in sicurezza: intervento da 2,5 milioni di euro

Frana di Revis a Lozzo di Cadore, avviati i lavori di messa in sicurezza
Frana di Revis a Lozzo di Cadore, avviati i lavori di messa in sicurezza

Sono partiti in questi giorni i lavori sulla frana di Revis a Lozzo di Cadore.

Si tratta di un intervento piuttosto complesso, finalizzato alla messa in sicurezza del centro abitato e del corso d’acqua sottostante il dissesto. Due i lotti di cantiere, per un investimento complessivo di 2,5 milioni di euro, derivanti da Fondi Vaia e risorse provinciali e regionali.

Proprio Vaia ha assestato il primo colpo alla frana di Revis, dissesto problematico fin dagli anni Novanta. Risale infatti a trent’anni fa il primo intervento in zona, con la realizzazione di alcuni gradoni sul corpo di frana, utili a frenare il movimento ed evitare il distacco di blocchi di terra e roccia. Quel tipo di lavoro non è stato però completato con tutte le opere previste.

E la tempesta dell’ottobre 2018 ha causato diversi crolli. Il maltempo di dicembre 2020 ha aggravato la situazione, scoprendo un’area di blocchi che incombono sul centro abitato e sul Rio Rin sottostante (con un pericolo idraulico in caso di caduta all’interno del corso d’acqua).

La Provincia quindi, a seguito di analisi dettagliata del dissesto, ha deciso di investire in una progettazione complessa di messa in sicurezza, di concerto con l’amministrazione comunale di Lozzo.

I lavori avviati – progettati dal geologo Ennio Chiesurin e dall’ingegner Grazioso Piazza – si dividono in due parti. La prima riguarda la riprofilatura della frana, mediante abbassamento del pendio. La seconda invece prevede la realizzazione di un deposito a poca distanza (nella zona della cosiddetta “curva dei sindaci”) per stoccare il materiale.

Nei giorni scorsi sono partite le operazioni preliminari: il disboscamento dell’area e il taglio piante necessario a procedere alla riprofilatura. Inoltre, sarà realizzata anche una pista di cantiere, operazione che ha richiesto anche l’intervento di Bim Gsp, in quanto è necessario spostare i tubi dell’acquedotto che passano in zona, con un bypass temporaneo.

“Si tratta di un lavoro complesso, funzionale a ridurre il rischio geologico in un paese che da tempo deve fare i conti con questo dissesto – commenta il consigliere provinciale delegato alla difesa del suolo, Mattia Gosetti. – In questi mesi la Provincia ha definito nel dettaglio la progettazione di intervento con l’ufficio difesa del suolo e l’ex dirigente Pierantonio Zanchetta che presta il suo supporto da consulente a titolo gratuito. E ha contattato tutti i proprietari dei terreni da sottoporre a disboscamento e taglio piante. Grazie alla sinergia tra enti e ai cofinanziamenti riusciamo a garantire un intervento molto importante”.

(Foto: Provincia di Belluno).
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