“La chiesa di San Martino non verrà inghiottita dal dirupo”: l’edificio sacro di Valle di Cadore salvato con più di un milione di euro. Oggi l’inaugurazione

La chiesa di San Martino
La chiesa di San Martino

Bisogna andare indietro nel tempo fino al 1739, poi rimbalzare al 1509 e, infine, ancora indietro fino al 1309 per descrivere il patrimonio storico che la chiesa di San Martino, a Valle di Cadore, custodisce ancora oggi. Un patrimonio che si trova – letteralmente – sull’orlo del baratro e che, senza un intervento straordinario finanziato dalla Regione Veneto, non sarebbe potuto sopravvivere alla trasformazione geologica della collina, dove quest’edificio ha sempre avuto le sue profonde radici.

Della condizione dell’attuale chiesa di San Martino Vescovo, costruita in sostituzione di un edificio che risulta esser stata già pericolante nel 1509, si è parlato spesso in passato, quasi fosse la metafora della resilienza di quelle comunità montane che non si arrendono allo scorrere del tempo.

Due anni fa venne chiusa in seguito a un aggravamento della situazione della frana che interessa il versante a sud, che si affaccia sulla Valle del Boite. Dopo Vaia, il rischio di un crollo dovuto agli smottamenti divenne concreto.

Oggi lunedì, alle 14.30, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha raggiunto Valle di Cadore e la sindaca Marianna Hofer per inaugurare la riapertura della chiesa in seguito all’operazione da oltre un milione di euro che ha visto la costruzione di alcuni terrazzamenti sulla roccia che hanno consolidato le fondamenta della struttura. Con loro anche l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin e varie autorità locali.

La chiesa, visibile anche dalla statale che porta a Cortina, potrebbe diventare un punto d’interesse anche per il turismo: all’interno, l’edificio sacro conserva opere di Antonio Lazzarini e Giovanni Moschetti.

L’intervento per salvare la chiesa storica di Valle di Cadore, effettivamente, rappresenta un importante punto di partenza anche per valutare i lavori che interesseranno quel tratto di statale Alemagna in occasione delle Olimpiadi 2026: la strettoia nel centro del paese – oggi regolata da un semaforo a senso unico alternato o da un doppio senso con precedenza a chi scende da Cortina – rappresenta uno dei punti più critici.

“Stiamo parlando di una chiesa del 1200, di un edificio che era destinato a crollare e a cadere nella Valle del Boite. Siamo intervenuti con quota parte dei “fondi Vaia”, quel miliardo di euro che ho negoziato a livello nazionale e che ci ha permesso di dare vita a quasi 2 mila cantieri” ha commentato Zaia a margine della cerimonia.

(Foto: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata – Regione Veneto).
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