Ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo si attende il passaggio del Giro d’Italia: una tappa impegnativa che ha attirato migliaia di spettatori, da tutto il mondo. Ma non lontano dal Rifugio Auronzo, tra i morbidi versanti ai piedi delle cime che poi piovono a picco nelle valli e tra i crepacci, gli striscioni e i palloncini rosa non servono: sui praticelli ancora macchiati di neve, cresce il rododendro, come se anche la montagna accogliesse il Giro nel suo regno.
Gli umani non sono l’unica specie a fermarsi a guardare. Sì, perché a meno di duecento metri dalla strada e dalla folla, vive una comunità di marmotte. Trecento metri da lì un’altra ancora e così per tutto il versante.
Sempre vigile, pronta a dare l’allarme, giace la sentinella: in caso di avvistamento di un pericolo, un rapace per esempio, fischia e rapidamente tutte le altre si rifugiano nella loro tana. La sentinella, quasi fosse una questione etica, rientra per ultima. In questo periodo dell’anno la sensibilità di questi roditori è accentuata in caso di presenza di cuccioli, che in genere diventano indipendenti dalla madre dopo una quarantina di giorni.
Le marmotte, che vivono in alta quota per tutto l’anno con un lungo periodo di letargo, non sembrano particolarmente turbate dal chiasso e dal movimento che quest’evento crea: in verità, quelle che vivono ai piedi delle Tre Cime sono abituate al frequente passaggio dell’uomo, a differenze di quelle allocate in luoghi più remoti.
Anche se questi piccoli, apparentemente goffi, animali sono pressoché invisibili alla grande folla che in questo momento attende il giro e non pensa ad altro, è interessante sapere che le loro sentinelle, invece, ci tengono d’occhio.
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