Ci sono non una, ma ben due località a Lozzo di Cadore che la gente del posto chiama “Rive de Siór Piero”. Ancora oggi quando i bambini, accomodati sui sedili posteriori dell’auto, ci passano vicino, tirano su i finestrini e spingono i pulsanti che bloccano la portiera dall’esterno. Questo perché avvolti nelle coperte a letto o davanti al caminetto, una sera, hanno sentito questa storia semplice, eppure inquietante e verosimile. Adesso hanno paura.
Tanti anni fa, in autunno, un contadino decise di recarsi a concludere la fienagione ai piedi della salita per Pian dei Buoi. Il fienile si trovava in una piccola radura circondata da boschi, con rigagnoli d’acqua e una corona di pendii scoscesi, crepacci e pochi sentieri. Erano zone ricche di fauna e di funghi, a quel tempo poco frequentate, dove la sua famiglia da generazioni veniva a prendere la legna per scaldarsi in inverno.
Finiti i lavori sul pianoro, la notte arrivò in fretta e lui dormì comodo nel fieno, allo scricchiolare di un fuoco lento e tra gli striduli versacci di un rapace notturno. Non aveva mai avuto paura del buio, della notte e delle sue creature: erano i problemi del giorno a preoccuparlo: da razionale contadino temeva gli inconvenienti improvvisi come le tempeste e i fulmini, non la sospensione prima di un evento terribile. Eppure, quella fu l’ultima volta che dormì bene, a riparo da un’inquietudine abissale a cui non c’è risposta né conforto.
Al mattino, raccolte le sue cose, lasciò il fienile chiudendo con due giri di chiave il vecchio portone. Imboccò il sentiero e dopo qualche centinaio di metri avvistò un movimento all’orizzonte. Tra i rami notò un uomo alto, elegante, con i capelli grigi sotto un cappello nero e lo sguardo spento, che veniva verso di lui a passo moderato, ma in qualche modo veloce. Gli zigomi scavati e la fronte rugosa, le braccia composte lungo il corpo magro, i baffi curati: non c’era alcun dubbio su chi fosse quell’uomo.
“Siór Piero!” esclamò subito, aprendo le braccia in segno di riverenza. Era stato un uomo rispettabile e moderato, forse un po’ riservato e taciturno. Un gran lavoratore e un padre di famiglia severo, ma giusto. E così fu anche in quella situazione: camminava diritto senza badare ai rami che calpestava, pur senza far troppo rumore. “Cosa siete venuto a fare qui nel bosco?” gli domandò con rispetto il nostro signore, considerando che avrebbe potuto ricambiare la stessa domanda.
Con gli occhi opachi e la schiena dritta, quello continuò a camminare in avanti e, al secondo tentativo nel chiamarlo, finalmente rispose soltanto: “Devo andare giù, che mi aspettano”. Il contadino lo guardò sfilare via nel bosco, fino a scomparire tra gli abeti bianchi. Dopo un momento di perplessità e irrequietezza, anche dovuta alla percezione di un vento freddo, pensò che effettivamente Piero era diventato anziano, ma quel suo volto pallido rimase con lui per tutto il tragitto, fino a casa.
Mezz’ora più tardi iniziò a vedere le prime case di legno all’orizzonte e, arrivato a casa, continuò diritto verso la piazza, per fare una tappa all’osteria e sentire qualche novità. Raggiunse una panchina dove se ne stavano appollaiate due signore con la testa avvolta in un fazzoletto nero quando le campane iniziarono a rintoccare, lentamente. “Chi è mancato?” domandò il nostro cittadino alle signore. “Non ha saputo? Ieri sera è mancato Piero. È spirato nel letto”.
E sì, ne uscì che era proprio quello stesso Piero. Quell’uomo anziano che aveva visto nel bosco, di cui era assolutamente certo, ma che era morto il giorno prima. Dove se ne stava andando, così “morto”? Quella visione divenne in fretta un’ossessione e, per quanto con vergogna, negli anni il timore del signor Piero portò questo signore a raccontare questa storia solo a chi gli credeva: ai bambini, quindi, che ancora immaginano il signor Piero mentre vaga in questi boschi.
Forse per suggestione, in molti avvistarono nei decenni successivi il signor Piero in quella zona, tanto che gli dedicarono persino il nome di quella località, dove ancora oggi si aggira in silenzio ma con un po’ di fretta, cercando di trovare un sentiero che lo porti verso il buio baratro dell’eternità.
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