«Il disagio del territorio è tangibile. Sul lupo servirebbero correttivi che in questo momento dipendono dall’Europa e dalle mosse seguenti il declassamento dello status di specie particolarmente protetta. La Provincia in ogni caso è portavoce delle difficoltà registrate e con la Polizia Provinciale ha messo in atto le azioni di monitoraggio e dissuasione degli esemplari definiti confidenti, nei limiti di quanto previsto dalla normativa vigente».
Così la vice presidente della Provincia di Belluno Silvia Calligaro, delegata nelle materie di agricoltura, caccia e pesca, si è espressa in merito alle preoccupazioni sollevate da diversi sindaci, non ultimo il primo cittadino di Alpago, a seguito dell’uccisione nei giorni scorsi, da parte del lupo, di un pastore maremmano che stava facendo la guardia a un gregge di pecore proprio in Alpago.
«La popolazione di lupo, lo sappiamo, è in fase di espansione su tutto il territorio nazionale e in modo particolare sull’arco alpino, specialmente quello orientale di più recente ricolonizzazione. Anche il territorio della provincia di Belluno è ormai stabilmente abitato da questo animale selvatico. Le difficoltà in più che scontano le nostre zone, soprattutto quelle dell’Alpago e della Valbelluna, sono date dalla presenza di piccoli allevamenti di hobbisti assieme alle attività zootecniche più strutturate, praticamente senza soluzione di continuità. In più, il territorio è più densamente abitato rispetto alle aree montane, per cui la presenza del lupo entra più facilmente a contatto con le attività antropiche, come si vede anche con le frequenti predazioni registrate. In questo senso è importante il lavoro della nostra Polizia Provinciale che effettua il rilievo delle predazioni entro le 24 ore dall’accadimento. Il Corpo di Polizia Provinciale ha il compito di monitorare e rilevare puntualmente la presenza del lupo, fornendo i dati alla Regione del Veneto che li trasmette a sua volta al Ministero dell’Ambiente a cui spetta, come noto, ogni altra decisione in merito alla gestione di questo selvatico protetto a livello europeo. La Polizia Provinciale inoltre si sta occupando di effettuare, con la supervisione dell’Università di Sassari, i censimenti e la raccolta degli indici di presenza del lupo. I dati dovrebbero arrivare nei prossimi mesi e sono funzionali a comprendere sempre meglio la situazione».
«Continueremo a garantire, come fatto finora, il massimo impegno per monitorare l’evoluzione della situazione e per mettere in campo eventuali interventi dissuasivi. Ai sindaci – di cui capisco la preoccupazione e condivido le responsabilità, visto che da sindaco ho contezza del disagio della popolazione – chiedo di continuare a spiegare ai cittadini tutte le prevenzioni necessarie, e alcune indicazioni banali, forse, ma necessarie, come quella di ricoverare gli animali domestici e da reddito nelle ore notturne, e di evitare di lasciare resti di cibo in ambiente aperto, perché facilita l’avvicinamento dei lupi alle abitazioni».
(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
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