Parco nazionale Dolomiti Bellunesi: i Carabinieri Forestali impegnati nel censimento della fauna selvatica protetta

Anche quest’anno, come previsto nel Piano Operativo 2025, con l’arrivo della primavera sono riprese le attività di censimento faunistico da parte dei Carabinieri Forestale nel Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi.

Da circa trent’anni l’Ente Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi svolge una intensa ed importante attività di studio sull’evoluzione delle principali specie di fauna selvatica, con particolare riferimento alle popolazioni di ungulati alpini come cervo e il camoscio, a quelle dei tetraonidi (gallo forcello, gallo cedrone) e dei fasianidi (coturnice), arrivando poi più recentemente anche ai grandi predatori come il lupo.

Accanto alle attività di vigilanza svolte dall’Arma dei Carabinieri all’interno dell’area protetta del parco nazionale, si affiancano atre funzioni specialistiche con le quali viene fornito un prezioso supporto tecnico e funzionale all’Ente Parco nella sua attività di ricerca scientifica sulla fauna selvatica. In tale contesto operativo i Nuclei Carabinieri “Parco”, nell’ambito della dipendenza funzionale dall’Ente Parco.

Quello del monitoraggio sulle principali specie faunistiche presenti all’interno del Parco Nazionale è un compito istituzionale che in realtà non si interrompe mai nel corso dell’anno e che prevede, in base al periodo, l’avvistamento e la registrazione in apposite schede di animali vivi percorrendo dei percorsi campione, ovvero per mezzo di avvistamenti occasionali, anche mediante strumentazione tecnologicamente avanzata come fototrappole e cannocchiali ad ampi ingrandimenti.

Nell’occasione, l’Arma Forestale desidera fornire utili consigli da tenere a mente quando frequentiamo le nostre amate montane per lunghe escursioni o semplici passeggiate.

Occorre prestare la massima attenzione e considerazione che nel bosco l’uomo è l’ospite, mentre la fauna selvatica è la componente che permanentemente ci vive. A tal fine pertanto occorre evitare di provocare ogni tipo di disturbo alla fauna selvatica.

In questo periodo in particolare, negli ambienti montani più in quota, non è impossibile incontrare piccoli di cervo, capriolo e camoscio nascosti nell’erba mentre la madre è lontana alla ricerca di cibo. In questi casi si raccomanda che assolutamente, se avvistati, tali animali non devono essere né avvicinati e né toccati, altrimenti potremmo pregiudicarne la loro sopravvivenza perché rischierebbero di essere abbandonati dalla madre.

Quindi, se si dovesse trovare un piccolo di ungulato non bisogna accarezzarlo perché l’odore umano allarmerà la madre. Tuttavia, qualora il piccolo fosse evidentemente ferito, si contatti il Numero Unico di Emergenza 112 fornendo le coordinate della localizzazione del posto.

(Autore: Alessandro Lanza)
(Foto: Carabinieri Belluno)
(Articolo di proprietà di Dplay Srl)

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