Turismo inclusivo a Cortina: dal workshop con le istituzioni spunti e proposte per “fare sistema”

“Vogliamo arricchire la nostra offerta turistica affinché ognuno possa sentirsi a casa propria senza limiti. Solo con questo approccio potremo ottenere dei risultati degni di tale nome e se riusciremo nel nostro intento allora potremo dire di aver fatto veramente un buon lavoro, non solo per Cortina, ma per tutto il territorio bellunese”.

Così si è espresso il sindaco di Cortina d’Ampezzo Gianluca Lorenzi aprendo il workshop “Inclusività turistica – misure e strumenti in vista di Milano Cortina 2026”, promosso da Comune di Cortina, Associazione Albergatori di Cortina e Comitato Paralimpico e tenutosi venerdì 16 dicembre all’Alexander Hall cortinese. Un tavolo di confronto tra operatori del settore e istituzioni per mettere nero su bianco le criticità esistenti e ragionare insieme su possibili soluzioni da attuare al fine di rendere Cortina e il territorio bellunese pienamente accessibili e inclusivi in vista dell’importante appuntamento Olimpico e Paralimpico del 2026.

“Le Olimpiadi e le Paralimpiadi rappresentano un’opportunità impagabile anche per il territorio bellunese – ha commentato Oscar De Pellegrin, sindaco di Belluno -. Sta a noi sfruttarla al meglio lavorando in sinergia per cambiare il volto della nostra provincia; informazione e infrastrutture. La partita si gioca attorno a queste tre parole chiave. In primis la cultura sportiva, che va promossa soprattutto tra i giovani, poi la formazione di volontari e addetti ai lavori affinché sappiano come accogliere adeguatamente le persone con disabilità. Infine le infrastrutture: non solo alberghi, ma anche piste ciclabili, marciapiedi ed esercizi pubblici, che devono essere adeguate alle esigenze di tutti”.

Fare sistema. È questa l’espressione che maggiormente ha risuonato nelle parole dei relatori, i quali hanno evidenziato come la collaborazione sia fondamentale per ridisegnare la veste dei territori coinvolti e arrivare preparati al 2026. Le amministrazioni in primis dovranno sostenere gli imprenditori e mettere gli operatori in condizione di intervenire per migliorare le proprie strutture. Non senza il sostegno di Stato e Regione, chiamati a loro volta a fare la loro parte. Accessibilità e inclusività sono concetti complementari, ma distinti per principio, come ha ricordato anche il giornalista Andrea Monti, moderatore dell’evento. E se l’accessibilità è un requisito stabilito dalla legge, peraltro ormai piuttosto obsoleta, l’inclusività è un atteggiamento, un modo diverso di abbracciare il mondo della disabilità che richiede una decisa inversione di rotta. È anche una preziosa occasione di business, giacché solitamente le persone con disabilità tendono a muoversi in bassa stagione. Garantire un territorio pienamente accessibile significa quindi regalare a quello stesso territorio una stagionalità turistica completa.

Ad oggi, Cortina e il Bellunese fanno ancora i conti con delle criticità importanti. L’auspicio è che esse siano il punto di partenza per costruire nuove prospettive. Come ha ricordato Ruggero Vilnai, presidente del CIP Veneto, “il 2026 è la meta all’orizzonte, ma sappiamo che nei prossimi anni arriveranno qui migliaia di persone, molte delle quali con disabilità. Siamo già sotto gli occhi di tutti e vorremmo che lo sguardo del mondo fosse ammirato, e non di rimprovero. È giunto il momento di tradurre la speranza in concretezza. E ci auguriamo di poter contare sul sostegno delle autorità, degli enti pubblici, dello Stato e della Fondazione, ma anche degli albergatori cui è demandato l’arduo compito di adeguare in tempi brevi le loro strutture e di renderle pienamente accessibili”.

Stefano Longo, Presidente della Fondazione Cortina 2026, ha parlato di “salto di qualità”, anche dal punto di vista culturale, e della fondamentale interazione tra le competenze richieste per vincere questa sfida, giacché Olimpiadi e Paralimpiadi non sono due entità scisse, ma un evento unico che come tale va affrontato. Sono già state create delle strutture dedicate – i comitati di sviluppo sportivo – e il secondo step sarà in realtà rappresentato da un vero e proprio test: la finale delle gare di sci alpinismo paralimpico, a marzo, ospitate proprio sul futuro terreno di gara. Preziosissima è stata poi la testimonianza del campione di Para Ice Hokey Andrea Macrì, reduce da una trasferta canadese, che ha illustrato il progetto della Fondazione Milano Cortina 2026 “Adaptive Winter Sport”, il primo dedicato allo sviluppo delle discipline paralimpiche invernali su tutto il territorio italiano. Un’iniziativa finalizzata a incrementare la pratica, a promuovere corsi di formazione rivolti a istruttori, allenatori e maestri di sci, campus sportivi invernali per avvicinare i giovani con disabilità e le loro famiglie agli sport paralimpici, sostenere le federazioni sportive e prevedere nuove professionalità specializzate nell’accoglienza e nel turismo sportivo accessibile.

Come hanno chiarito nei loro interventi Luigi Leporiere, esperto in pianificazione strategica nell’accessibilità di destinazioni turistiche, e Armando De Salvatore, Accessibility Consultant della Fondazione Milano Cortina 2026, una struttura per essere accessibile deve fare in modo che la propria offerta sia fruita da qualsiasi persona in modo autonomo e con dignità. Per disabilità, infatti, non si intende soltanto una condizione palese e definitiva, ma anche qualunque condizione temporanea di riduzione della mobilità, delle capacità sociali, motorie o intellettive. Una categorizzazione più ampia che include anche anziani, bambini, donne in gravidanza e tutti quei soggetti che a vario titolo necessitano di un’attenzione particolare.  Un’indagine condotta nel 2018 dal Parlamento Europeo ha messo in luce come soltanto il 9% dell’offerta turistica nel vecchio continente sia pienamente inclusiva e all’interno di questa percentuale l’Italia non fa purtroppo una bella figura.

Qualche esempio? Spesso le informazioni non sono chiare o sono disponibili unicamente in una forma che penalizza fette importanti di utenza: si pensi ai segnali acustici, impossibili da percepire per chi è affetto da deficit uditivi, o a quelli luminosi, per forza di cose interdetti all’ampia platea di non vedenti o ipovedenti. Si pensi anche ai cestini a pedali, che in era Covid hanno spopolato, ma che non tutti sono in grado di azionare.

“Disabilità è un concetto in divenire, non più legato a una specifica menomazione, quanto piuttosto all’interazione tra condizione di salute e fattori ambientali – ha precisato De Salvatore -. La negazione della partecipazione alla vita sociale dipende sostanzialmente da chi gestisce gli spazi ed è una responsabilità enorme perché è lo spazio che disabilita e quando parliamo di accessibilità parliamo anche di barriere. Per superarle basterebbe mettere in campo dei facilitatori che possano agevolare uso e fruizione dei dispositivi secondo il principio di autonomia, comfort e sicurezza”.

Per quanto riguarda le risorse Mauro Giovanni Viti, direttore della Direzione per il turismo della Regione Veneto ha parlato di 38 milioni di euro oggetto di trattativa con le associazioni di categoria. Tali fondi saranno al centro di una serie di bandi che usciranno in primavera e che riguarderanno principalmente l’approvvigionamento energetico da parte delle imprese e l’ammodernamento delle strutture con un meccanismo premiante proprio per chi sceglierà di investire sul concetto di accessibilità.

“Per attuare il cambiamento occorre il sostegno di tutti, amministrazioni, Governo e regione – ha chiosato Stefano Pirro, presidente dell’Associazione Albergatori di Cortina -. È bello che ci siano dei fondi, ma Il nostro è un problema di tempo, perché dobbiamo essere messi in condizione di sfruttarli quanto prima. Ci servono aiuti economici, ma anche agevolazioni dal punto di vista legislativo che consentano di sveltire le burocrazie e facilitare gli interventi. Non servono grandi investimenti del resto, ma ci vuole buona volontà, e un tavolo comune dove poter studiare nuovi progetti, dalla pedonalizzazione del Centro alla possibilità di non far pagare la tassa di soggiorno alle persone con disabilità, un gesto di incoraggiamento quest’ultimo che verrebbe certamente accolto con favore dall’opinione pubblica”. 

“L’amministrazione comunale può lanciare strategie, fornire linee guida, fungere da stimolo, ma il lavoro di squadra spetta anche agli enti, agli stakeholders e ai privati. Al di là delle infrastrutture e dell’abbattimento delle barriere architettoniche, serve un cambiamento a livello mentale. E questo cambiamento passa anche attraverso la formazione e la carta dell’accoglienza che la Regione Veneto ha messo a punto in questi ultimi due anni. Ognuno di noi può essere la ruota di un ingranaggio più grande volto a far sì che il sistema Cortina Belluno – Regione Veneto – Italia funzioni e ci proietti nell’Olimpo mondiale”, ha concluso Roberta Alverà, vicesindaco di Cortina.

(Foto: Ideeuropee).
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