Non lontano dalle Cascate di Fanes e dagli ampi pascoli di Lerosa, nel cuore del Parco delle Dolomiti d’Ampezzo, giace a 1695 metri di altitudine la splendida Malga Ra Stua: quella che nel passato era una semplice casera, munita di una vecchia stalla e circondata dai pascoli, oggi sfoggia un notevole potenziale in termini di attrattività turistica, grazie a una combinazione di paesaggio, posizione e una nuova, entusiasta, gestione.
A prendere in mano la malga, che era chiusa da qualche tempo in inverno per impossibilità legate alla conduzione precedente, è un giovane di Auronzo di Cadore: il ventottenne Alessio Parrinello ha vinto il bando di gestione grazie a una pregressa esperienza nei rifugi collezionata nel curriculum, otto anni al Rifugio Carducci, al Lavarella, al Corte’s Ranch.
Ra Stua (probabile traslitterazione di La Stua) prenderebbe il nome dalla caratteristica diga che veniva creata nei torrenti per trattenere il legname prima di farlo defluire a valle: la “stua”, appunto, che non ha niente a che fare con il termine ladino di stube, ma che si ritrova in diverse aree del Bellunese che hanno a che fare con il concetto di trasporto via fiume dei tronchi (nella Valle del Mis, per esempio).
La strada per arrivarci, lasciando l’auto a Sant’Uberto, è lunga tre chilometri e prevede un dislivello di circa 380 metri: anche se un tempo a Ra Stua il bestiame veniva mantenuto per tutto l’anno, adesso la malga si limiterà a sorvegliare soltanto un centinaio di capi. “È comunque piuttosto impegnativo sorvegliare il bestiame, calcolando la questione lupi – afferma Alessio -. Abbiamo dovuto acquistare un gatto delle nevi e due motoslitte per poterci muoverci in qualsiasi condizione. In realtà aprire d’inverno qui non è così complicato: la struttura ha già avuto cinque step di ristrutturazione, compresa la corrente elettrica. Il problema che dovremo affrontare sono i costi: questa struttura ha una caldaia a gasolio”.
Malga Ra Stua, di proprietà della Regola Alta di Lareto, una sezione delle Regole d’Ampezzo, conta oggi quaranta posti a sedere all’interno e una sessantina all’esterno, con una ventina di posti letto. Il personale conta, oltre ad Alessio e la sua compagna, altre tre persone, più due ragazzi a chiamata. “La zona lavora molto, anche perché siamo vicini ai parchi di Senes e Braies e qui intorno tutti i rifugi sono particolarmente belli – afferma Parrinello -. Sono stato fortunato, perché non credevo che la mia richiesta passasse quando mi sono candidato. Su cosa lavoreremo? Specialmente sull’accoglienza, sulla pulizia e anche il menù sarà particolarmente curato. Che sia degno, insomma, di una perla così, incastonata tra le montagne più belle del mondo”.
(Foto: per concessione di Alessio Parrinello).
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