Venditore chiede 7 mila euro per una poltrona geriatrica e al rifiuto commenta: “Dovreste volere il meglio per vostra madre”

Le famiglie che scelgono di prendersi cura a casa dei propri anziani, in autonomia, incorrono solitamente nel problema del sollevamento: alzare di peso un caro per spostarlo, per esempio, da una stanza all’altra o dal letto alla sedia a rotelle può rappresentare un problema anche nei casi in cui la persona inferma non sia particolarmente corpulenta.

Ripetuto più volte nel corso della giornata, senza alcuna tecnica, lo sforzo può generare dolori alla schiena. Le aziende che si occupano di ausili ortopedici hanno sviluppato diverse tipologie di sedute e poltrone meccanizzate reclinabili atte ad agevolare questi passaggi.

Alcune realtà commerciali che propongono sistemi di questo tipo continuano a utilizzare una forma di vendita attraverso “rappresentante”, che in genere consentono anche una consulenza nella scelta dei clienti. In questo episodio avvenuto nel bellunese, un rappresentante di attrezzi ortopedici per anziani indisposti avrebbe tentato di far breccia nella necessità della famiglia in modo poco etico.

Una trattativa “spinta”

“Avevamo pensato di acquistare una poltrona reclinabile munita di ruote che ci agevolasse nell’atto di sollevare nostra madre dal letto per poi spostarla nelle varie aree della casa. Pensavamo a una spesa dai 500 ai 2.000 euro – raccontano i figli della signora, che si avvicina ai 90 anni. – Questo venditore è arrivato spendendosi come socio dell’azienda produttrice e senza chiederci nient’altro ci ha descritto una poltrona la cui somma ammontava a ben 7.000 euro”.

Sgomenti per la cifra richiesta dal venditore, a loro modo di vedere smisurata calcolando la pensione e i loro risparmi, i figli hanno dovuto scuotere la testa e chiedere per un prodotto più modesto.

A quel punto, stando alla testimonianza dei figli, il venditore avrebbe detto, in presenza della signora ultranovantenne: “Pensavo voleste il meglio per vostra madre” e avrebbe continuato ad argomentare il prezzo della sedia elencandone tutte le dotazioni. “Ha addirittura avuto l’arroganza di dirci che i soldi non sono tutto e che la salute di nostra madre dovrebbe essere la priorità per noi”.

Prima di passare a un altro articolo più modesto, il rappresentante ha cominciato a trattare, scendendo di cifra in cifra fino a passare da 7.000 a circa soli 2.500 euro. Impossibilitata ad attendere ancora, la famiglia ha scelto di acquistare la poltrona ma ha voluto segnalare l’accaduto, che su alcune famiglie potrebbe avere una ricaduta davvero notevole.

La reazione dei figli

Fanno leva su dei meccanismi psicologici che nessuno mai dovrebbe permettersi di sfiorare. Noi abbiamo rifiutato la prima richiesta economica, ma mettendoci nei panni di persone più sensibili o più abbienti avremmo probabilmente accettato di pagare 7.000 euro per una poltrona che forse ne vale 1.500 su internet”.

“Questo la dice lunga su quanto le persone meno consapevoli e abituate agli acquisti siano assediate da raggiri legittimati – conclude uno dei nipoti della signora, che oggi aspetta la propria sedia “premium”. – Forse è vero che è sempre stato così, ma quando la speculazione si fa sulla sofferenza e sul dolore queste tecniche di vendita risultano davvero intollerabili”. 

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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