Ha suscitato curiosità a Caerano di San Marco la notizia dell’abbattimento di “Villa Guillet” che un tempo, come testimoniano le foto pubblicate nei social dal professor Mauro Marconato, ex dirigente scolastico delle scuole medie del paese, era impreziosita da uno stagno e da un giardino che non avevano nulla da invidiare a dimore ben più famose.
In realtà, a Caerano sono in pochi a ricordare con precisione gli anni d’oro della villa, che da tempo versava in condizioni fatiscenti.
“Non ho ricordi del periodo di massimo splendore della villa – commenta il sindaco Gianni Precoma – Era una struttura privata e i proprietari hanno deciso di abbattere lo stabile in rovina. Quello che restava della vecchia struttura non aveva un grande valore e, se proprio vogliamo parlare di ‘ferita’ per la nostra comunità, forse avremmo dovuto curarla tanti anni fa”.
Il professor Marconato non ha nascosto di aver provato un senso di frustrazione e di sconforto davanti alla notizia dell’abbattimento della villa.
“Un tempo aveva uno splendido stagno – racconta -, che evocava quello ben più famoso di Claude Monet, a Giverny, con le ninfee e il ponte ad arco. È stata proprietà del barone Ernesto Guillet d’Albery (1876-1961), di nobile famiglia savoiarda, comandante dei cavalleggeri del Monferrato che nel 1903 aveva sposato una certa Maria Matilde (1882-1962), figlia Francesco Luigi Fanzago (1846-1904) e nipote di un omonimo Francesco Luigi Fanzago (Padova 1764-1836)”.
L’ex dirigente scolastico ha spiegato che i Fanzago erano una nobile famiglia, originaria del Bergamasco, che si stabilì a Padova.
“A noi interessa Francesco Luigi Fanzago (Padova 1846-Maser 1904) – prosegue nel suo racconto – È stato un medico e politico italiano. Era figlio di Luigi Pietro Fanzago e di Matilde Malaspina e nipote dell’illustre patologo Francesco Luigi Fanzago. Dopo gli studi primari, si laureò in Medicina e Chirurgia e divenne professore dell’Università di Padova. Fu assessore e sindaco del Comune di Padova, presidente della Pia casa di ricovero, dell’Ospizio Marino, dell’Istituto rachitici, della Scuola professionale femminile, della Commissione di sanità e di molti altri istituti di beneficenza”.
“Sposò Amalia dei conti Michieli – continua – ed ebbe due figli, il nobile Francesco Luigi Aliprando e la nobile Maria Matilde. Quest’ultima sposò il nostro Ernesto Guillet d’Albery e gli portò in dote Villa Fanzago Guillet a Campodarsego. I Fanzago erano quindi una nobile famiglia padovana che possedeva una villa a Campodarsego ed altre ville a Monselice, a Bassano e anche a Maser, sede attuale del municipio”.
Il professor Marconato ha sottolineato che la villa di Maser, residenza in origine della nobile famiglia veneziana dei Nani, passò in seguito ai conti Pellegrini Trieste e poi ai Fanzago con le seconde nozze di Luigi Pietro Fanzago con Laura dei conti Pellegrini Trieste dopo la morte della prima moglie Matilde Malaspina.
“Nel 1927 la Villa fu venduta da Luigi Fanzago (1881-1938) – aggiunge -, figlio di Francesco Luigi Fanzago e di Amalia Michieli, al Comune di Maser per andare a trasferirsi nella Villa Fanzago di Bassano del Grappa. Oltre alla Villa di Campodarsego, una villa nobiliare di campagna, risalente al XVI secolo, abitata solo durante le vacanze estive e costruita, come molte ville venete, per sovrintendere alle produzioni agricole, Maria Matilde Fanzago portò in dote a Ernesto Guillet d’Albery anche la dimora di Caerano che prese il nome di Villa Guillet”.
“Quella di Caerano – evidenzia -, di buon pregio, ma molto diversa dalle classiche ville venete, fa pensare più che altro ad un esclusivo luogo di relax o di caccia, a ridosso del Montello e del Piave. Ad un certo punto, forse in contemporanea con la cessione della Villa di Maser, la Villa Guillet di Caerano fu ceduta ad un certo Bernardo Rizzotto, nonno di Armanda Satragno, e poi passò ai Possagno”.
“Lo stagno – conclude -, che doveva essere un luogo veramente ameno di pace e serenità, fu poi fagocitato dalle numerose abitazioni costruite nel tempo lungo le vie Polin, Canova e Veronese, dietro la Farmacia Giacomelli. Oggi scompare anche la villa. È un vero peccato! È il progresso, o meglio questa è l’interpretazione del progresso che caratterizza chi non ha Cultura (con la C maiuscola) e rispetto per la storia e per il nostro passato”.
(Foto: Facebook).
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