Una vicenda personale che potrebbe diventare la storia di molti ed elevarsi a grido di protesta universale. Il protagonista è Igor Morlin, ex titolar del bar Ae Poste di Caerano di San Marco, locale chiuso definitivamente la scorsa settimana anche e soprattutto a causa delle nuove restrizioni dovute all’emergenza sanitaria.
In un’intervista a Qdpnews, Igor ha spiegato tutte le tutte le difficoltà che lui, come molti altri gestori, si è trovato a dover affrontare in questo periodo, fino a portarlo alla soluzione drastica di chiudere il bar.
Quando hai pensato di chiudere l’attività?
In realtà era da tempo che ci pensavo e questa emergenza ha fatto precipitare il tutto. Fino a qualche anno fa il bar era vicino alla Banca Popolare di Vicenza e al barbiere, che mi portavano clienti, con la chiusura della banca e del negozio, quella clientela è venuta a mancare. Quindi ero già sulla via per cambiare settore e questa crisi ha accelerato tutto. Per far funzionare un bar bisogna starci sempre dietro, anche quando si esce il pensiero è lì…io lavoravo 7 giorni su 7.
Quali sono i motivi che ti hanno spinto a chiudere?
Il bar è ampio circa 70 mq, ma dentro ci sarebbero potute stare in sicurezza solo 8 persone. Un bar classico, dove c’è servizio caffè, crodino etc, o si fa volume o non ci stai dietro e non ha senso lavorare per riuscire a pagare solo tasse e affitto… Per noi baristi ci sono gli orari di punta, tipo orario aperitivo…allora che fai? Mandi a casa quelli che magari spendono di meno? Non è etico, quindi ho preferito chiudere.
Probabilmente molti altri gestori si trovano in questa difficile situazione…
Sì, ne ho sentiti alcuni… ora si parla di affidare la sorveglianza dei bar a dei volontari: è una guerra tra poveri! Secondo me noi baristi avremmo dovuto chiudere tutti così poi lo Stato, se non avesse più ricevuto i nostri soldi, avrebbe allentato le misure…ma capisco anche quelli che per forza di cose cercano di “campare”, non hanno avuto altre possibilità di cambiare e hanno deciso di aprire.
Invece un’altra possibilità l’hai trovata, giusto?
Sì, sono stato fortunato, anche perché ho 36 anni e assumermi non comporta alcuno sgravo fiscale o bonus, come invece accade con i ragazzi al di sotto dei 30 anni. Da giugno dovrei iniziare a lavorare come installatore di caminetti, stufe a pellet e canne fumarie.
(Fonte: Sara Surian © Qdpnews.it).
(Foto: per gentile concessione di Igor Morlin).
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