Il 25 aprile il Monumento ai Caduti di Caerano di San Marco compirà un secolo. Fu costruito nel 1921, cento anni fa, e inaugurato proprio il 25 aprile dello stesso anno.
Per l’occasione è stato pubblicato il libro “Ai prodi figli di questa terra” che ne racconta la storia e sarà presentato in diretta streaming venerdì 23 aprile in una cerimonia ristretta, a causa delle limitazioni anti Covid-19, con la presenza degli autori, del sindaco di Caerano di San Marco, Gianni Precoma, del vicesindaco Marco Bonora, della presidente della Fondazione Villa Benzi Zecchini, Eleonora Guolo, dei consiglieri comunali e di pochi altri nella sala consigliare della villa stessa.
La presentazione si terrà venerdì 23 aprile alle ore 19.30 sulla piattaforma gratuita Zoom. Fondazione Villa Benzi comunicherà (attraverso i suoi canali social) il link gratuito tramite cui accedere alla riunione.
Il libro verrà poi consegnato gratuitamente a ciascun nucleo famigliare caeranese, trattandosi della storia di un’opera pubblica, un monumento che appartiene a tutti i caeranesi, e “nella speranza – viene sottolineato in una nota – che il libro possa essere utile a tramandare la memoria di vicende e di persone che hanno attraversato la storia di Caerano e che possa diventare anche uno strumento di studio e di riflessione, almeno in alcune sue parti, per gli studenti delle scuole cittadine”. Fondazione Villa Benzi avviserà circa i modi e i tempi della distribuzione delle copie.
Gli autori del libro, Eugenio Dal Prà e Mauro Marconato, hanno ripercorso, attraverso documenti dell’epoca, privati e pubblici, del Comune di Caerano, le vicende della costruzione del Monumento ai Caduti, la sua originaria collocazione, la stessa cerimonia inaugurale, con i discorsi celebrativi, e il suo successivo spostamento, nel 1958, nella sede attuale, con alcune modifiche, funzionali a ricordare, oltre ai caduti, militari e civili della prima guerra mondiale, anche quelli della seconda guerra mondiale.
La lunga storia di questo monumento ai caduti è legata strettamente al conflitto del 1915-1918 e quindi gli autori hanno approfondito anche gli eventi che hanno coinvolto Caerano dopo la Rotta di Caporetto e il posizionamento della linea difensiva dell’esercito italiano sul vicino Piave.
Lo hanno fatto con la collaborazione di molti caeranesi, citati e ringraziati tutti nel libro, che hanno fornito loro documenti e foto, testimonianze e racconti dei loro nonni o genitori, scoprendo presenze, fatti, personaggi in parte sconosciuti a molti caeranesi di oggi e che in quel periodo hanno procurato disagi, sofferenze, paure e lutti ai compaesani di allora.
Nel libro vengono ricordati i bombardamenti su Caerano e la morte di sei civili della famiglia Poloniato, residente in via Lavaggio. Una parte è dedicata alla presenza a Caerano, dopo Caporetto, di una base di palloni aerostatici e di soldati italiani e stranieri (soprattutto francesi) e la presenza di postazioni militari e di trincee (indicati da mappe). Ci sono anche i sei militari caeranesi morti con l’affondamento del piroscafo Umberto I partito da Valona.
Molti i personaggi citati nel libro come le figure del pilota Carlo Rossi e del medico Francesco Belloni, oppure altri personaggi importanti dell’epoca, tra i quali il console Vitale Gallina, Vincenzo Ramanzini, il dottor Ugo Stocco, i sindaci Ado Stocco, Guido Velo e Luigi Tiberio, don Oddo Stocco (Giusto tra le nazioni).
Ma ci sono pure caeranesi che hanno vissuto esperienze particolari: Regina Poloniato (ferita e mutilata), Toscana Serena in Gallina (detta Toscanina, profuga), i fratelli Raffaele e Gioacchino Gatto (il loro commovente incontro negato), Giuseppe Pellizzer (mato de guera), Zucchello Arduino (insofferente e disertore), Antonio Mondin (prigioniero) e Attilio Mondin (Cavaliere di Vittorio Veneto).
La seconda parte del libro riporta molti documenti, in gran parte presenti nell’archivio comunale di Caerano, che testimoniano le molte problematiche emerse in paese tra i comitati e le associazioni coinvolte nella costruzione e poi nello spostamento del Monumento e le amministrazioni comunali dell’epoca: costi, richieste di contributi, difficoltà finanziarie comunali, proteste per ritardi ecc.
La parte conclusiva è dedicata in particolare al ricordo dei morti militari e civili della seconda guerra mondiale, tra cui molti bambini, deceduti a seguito dello scoppio di residui bellici.
(Foto: Fondazione Villa Benzi).
#Qdpnews.it