Questa mattina, sabato 9 settembre, nella chiesa parrocchiale di Caerano di San Marco è stato dato l’ultimo saluto a Eleonora Zaffaina, la quarantottenne caeranese deceduta nell’incidente avvenuto lo scorso 31 agosto a Segusino.
La “responsabile area grafica donna” del Gruppo Benetton ha lasciato la madre Vilma, le sorelle, gli altri parenti, gli amici e tutte le persone che piangono questa grave perdita.
“Accendete una candela per Eleonora, come faceva lei ogni sera per portare luce”: questa la frase che accompagnava la foto posizionata fuori dalla chiesa, gremita per il funerale della donna.
“Improvvisamente – ha detto il parroco don Roberto Stradiotto nell’omelia -, la vita di Eleonora si è chiusa sulla terra per aprirsi alla dimensione dell’eternità. Il momento del funerale possiamo viverlo sotto tre dimensioni: la prima è quella della commemorazione, ricordare ciò che Eleonora è stata. E questo è stato fatto ampiamente all’inizio della messa attraverso le testimonianze lette, che ci hanno introdotto nella presentazione e nel ricordo, ampio, di Eleonora attraverso le persone che le sono state più vicine”.
“Ce l’hanno fatta sentire ancora viva – continua – attraverso la ricchezza della sua personalità, dei suoi interessi e delle sue aspirazioni. Un secondo aspetto del funerale è quello comunitario. Nel momento del dolore vogliamo stringerci attorno alla famiglia, numerosi, da paesi diversi e con relazioni differenti costruite negli anni con Eleonora nel lavoro, nella vita sociale e nell’amicizia. Questo ci fa sentire più vicini tra di noi nel dolore”.
Il parroco ha ricordato l’importanza dei segni di vicinanza, come un abbraccio e uno sguardo, in questi momenti di grande sofferenza.
“Possiamo circondarvi della nostra presenza – ha aggiunto don Roberto rivolgendosi ai familiari di Eleonora -. Il vuoto resta, non ci sono parole per coprirlo. La presenza però è importante perché aiuta a superare il senso di vuoto in cui la morte ci fa sprofondare. Ringraziamo tutte le persone che sono state vicine alla famiglia in questi giorni, che sono stati un viavai di telefonate e di persone arrivate anche da lontano. Questa presenza di comunità è un momento significativo per vivere il funerale, che resta sempre triste”.
“Il terzo momento è proprio del funerale cristiano – prosegue -, fatto in chiesa. I primi due momenti sono molto umani, mentre nella mezz’ora che viviamo in chiesa durante la cerimonia funebre crediamo che accanto a noi c’è anche il Signore. Sia per chi ha fede e sia per chi non ci crede perché il Signore è Signore di tutti, anche per chi, per motivi diversi, non ne sente la vicinanza. Nel silenzio del dolore oggi Dio ci lascia una parola: ‘Non preoccupatevi!’, ripetuta più volte in questo Vangelo”.
“Non preoccupatevi – conclude – è un modo di dire per far capire che anche il futuro è nelle mani di Dio. Siamo tutti nelle mani di Dio, crediamo che Eleonora sia nelle sue mani. Allora la prima sensazione che possiamo avere è la consolazione che Eleonora è nella pace di Dio. Questo ci è di conforto. Di fronte alla morte perdiamo la speranza, ma il Signore ci ricorda che lui pensa a tutto. Per questo ci dice: ‘Non preoccupatevi troppo, ci sono sempre anch’io che vi voglio bene, vi ho voluto bene e continuerò a farlo!’. Con questa speranza continuiamo a pregare per Eleonora“.
(Foto: per concessione di un lettore).
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