Presenze che confortano gli automobilisti religiosi, ma che inquietano chi non si definisce tale: si tratta di icone religiose dall’origine – diciamo così – misteriosa che sono “comparse” in questi anni in vari punti critici della viabilità trevigiana, in genere particolarmente trafficati, e che nessuno ha mai osato toccare, spostare o rimuovere.
Bianche, legate da fascette in ferro, e poste in alto su pali e semafori, rappresentano iconografie sacre come Gesù e la Madonna, ma sono privi di iscrizione o dedica: sguardi “intensi” sulla strada che chi viaggia talvolta incontra per caso con gli occhi, come unici dettagli tralasciati lungo una provinciale percorsa magari mille volte.
Per esempio, da anni ormai all’incrocio di Coste c’è una madonnina che osserva gli automobilisti con la stessa assiduità del T-Red per le infrazioni semaforiche. Nemmeno l’amministrazione o i residenti (almeno non quelli a cui abbiamo chiesto nei dintorni) sanno chi l’abbia posta lassù, né il perché. Quello che è certo è che a Maser si è ancora un minimo superstiziosi e legati alle tradizioni, abbastanza da non farsi troppe domande, rispettare il gesto e lasciarla lì dov’è. “E se fosse un miracolo?” si chiede qualcuno, in paese.


Nel paese ci sono altre icone simili poste a protezione di edifici, anche in collina: per ragioni di privacy non indicheremo dove, anche perché si tratta di proprietà private. Questi oggetti si distinguono chiaramente dai fiori dei luoghi dove sono avvenuti gli incidenti mortali e dai già presenti capitelli, posti anch’essi spesso per ringraziare o chiedere la protezione alla sfera divina.
Un altro esempio, un crocifisso con le stesse proporzioni, è apparso qualche anno fa alla rotonda di Caerano, dal versante che dà verso via Cadore, esattamente davanti all’uscita. C’è chi dice che è stato posizionato dopo i tragici incidenti che hanno visto quella strada come sfondo. Oggettivamente, anche solo chiedendo in giro, è difficile capire a quando effettivamente risalga l’affissione di queste icone: probabilmente nemmeno i pendolari le hanno notate al primo passaggio.
Là fuori, tra gli abitanti di questo territorio ancora molto devoto e superstizioso, c’è chi ha certamente una spiegazione per questo mistero, qualcuno che probabilmente di notte o alla mattina presto ha issato queste icone su quei pali per proteggere i propri cari e i propri concittadini dalla sciagura che caccia su quelle provinciali. Ai responsabili, però, si consiglia di non palesarsi e anzi di continuare ad agire in silenzio: è bene che rimanga in questi paesi un po’ di magia e di cieca fiducia, soprattutto se poi, al passaggio lungo queste strade, sentendosi osservati, gli automobilisti rallentassero.
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