Notte di fuoco a Lignano Sabbiadoro, nel vero senso della parola: ai botti di Capodanno è seguito in pieno centro l’incendio di due casette in legno del villaggio di Natale e, quindi, della sala giochi Big Ben Playcenter di via Tolmezzo, di proprietà di Fulvio Ceschin, imprenditore conosciuto di Cappella Maggiore.
Il rogo si è sviluppato alle 4.30 della notte di San Silvestro, le fiamme si sono innescate pare sul tetto di una delle casette e si sono levate altissime verso l’edificio a cui erano incomprensibilmente addossate. Così è andata a fuoco anche la sala giochi e solamente l’intervento dei vigili del fuoco, arrivati dal locale distaccamento e da quello di Cervignano, che hanno lavorato per ore, ha evitato che l’incendio diventasse devastante.
I danni sono ingenti: a parte le casette in legno divorate completamente dalle fiamme, la sala giochi di Ceschin (nelle foto), che si eleva su tre piani, è stata dichiarata inagibile.
La dinamica e le cause dell’incendio sono ancora al vaglio degli investigatori e dei tecnici dei vigili del fuoco, ma nella notte dei fuochi pare probabile che un botto sia finito sopra la casetta formando una brace dalla quale si sarebbe sviluppato l’incendio.
Fulvio Ceschin e la moglie sono ritornati da poco dal luogo, dove si sono resi conto di quanto avvenuto: per fortuna in questo periodo la sala giochi è chiusa e nessuno si è fatto nulla.
“Non siamo potuti entrare – conferma Fulvio Ceschin – per questione di sicurezza, comunque non capisco come mai sia stato permesso di mettere le casette attaccate ai condomini. I danni li abbiamo avuti solo noi, a parte le casette, e su tutti i tre piani. Ora ci saranno controlli e verifiche per capire l’entità e come procedere. L’importante è che non sia fatto male nessuno”.
“Ci hanno detto – conclude – che nella notte di San Silvestro sono stati lanciati molti petardi e non è escluso che uno abbia fatto combustione proprio sopra una casetta. Verificheranno i vigili del fuoco”.
(Fonte: Fulvio Fioretti © Qdpnews.it).
(Foto: per gentile concessione di Fulvio Ceschin).
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