Castelcucco, il Circo Soluna bloccato dal lockdown: pensionato locale porta loro viveri di prima necessità

L’ultimo spettacolo lo scorso fine ottobre a Pieve del Grappa, prima della pausa invernale, in attesa di programmare le prossime tappe in giro per l’Italia. Per la pausa invernale hanno ricevuto ospitalità in un vecchio portico, rifiutando l’insediamento nello stesso rustico della casa rurale alle porte di Castelcucco.

Si tratta del Circo Soluna, una compagnia circense di estrazione tedesca, un circo originale, il più ecologico dei spettacoli viaggianti (qui l’articolo dell’anno scorso). E al pari altri spettacoli viaggianti, il lockdown, ha negato loro, la possibilità di proseguire la propria attività circense.

Mentre il resto del gruppo ha raggiunto i propri famigliari in giro per l’Europa, in attesa di riprendere i loro spostamenti che avrebbero dovuto iniziare nei primi giorni di maggio, sono rimasti accampati in queste colline della Pedemontana i due capifamiglia e altri tre artisti.

Nonostante il loro stile di vita sia rivolto al “vegetarianesimo” non mancano le difficoltà economiche, pur mantenendo uno stile decisamente morigerato, visto che l’unico sostentamento arriva dalle offerte delle loro esibizioni, ma loro preferiscono non chiedere alcun aiuto.

Se non fosse per la sensibilità di un pensionato del paese, presente al loro ultimo spettacolo, il quale non senza difficoltà nel proporsi con i due capifamiglia, Petra e Stefan, per ben due volte alla settimana, dallo scorso novembre si sta attivando nell’offrire il proprio aiuto alla compagnia. Verdure del proprio orto, e generi alimentari di prima necessità e anche vestiario.

“Non è stato facile convincerli a ricevere questi piccoli aiuti- sono molto restii, preferiscono mantenersi con il loro lavoro” – conferma il pensionato di Castelcucco. E le spese non mancano, visto che per i cavalli c’è da pagare il lavoro del maniscalco, al quale si aggiunge il servizio sanitario del veterinari, e senza introiti è davvero dura.

Un circo originale il Soluna, votato ai ritmi più lenti, il più ecologico al mondo, nei loro spettacoli niente leoni tigri, elefanti, ma caprette oche, galline, cani e gatti. Si punta sull’abilità degli artisti, giocolieri, saltimbanchi, pagliacci, musicisti.

I capifamiglia Petra e Stefan che hanno dato vita a questo originale spettacolo itinerante si sono conosciuti una trentina di anni fa in Umbria, decidendo così il loro percorso di vita, nel corso del quale hanno tirato su ben sei figli dei quali soltanto uno è rimasto nel circo, gli altri sono sparsi nel mondo.

“Ognuno per la sua strada” – conferma Petra. Otto anni trascorsi nel Sud Italia, un decennio in Ungheria, dove la burocrazia è meno rigida di altri paesi nell’allestire gli spettacoli e dove è più facile la ricerca di pascoli e il fieno per i propri cavalli. Quattro anni in Slovenia, e da due anni sono rientrati dal Friuli.

La carovana si sposta su di un camion, e un carro di legno trainato da un vecchio cavallo, a ritmi lenti come la filosofia dell’intera famiglia. Per i loro percorsi seguono strade ancora percorribili, rifiutano le grandi città, preferiscono i paesi di campagna, dove nei loro spettacoli fanno il tutto esaurito, e trovano pascoli per gli animali e fontane d’acqua.

Due ore di spettacolo serale, con il pubblico assiepato nella tribunetta a semicerchio, in prima fila i bambini, nell’assistere a questi spettacoli medioevali di menestrelli e trovatori, dove la vera magia è soltanto quella di dare forma alla felicità, soprattutto dei bambini.

Lo scalpitare dei cavalli nelle strade in vista delle prossime tappe, e i loro spettacoli tanto attesi dai più piccoli, dovranno ancora attendere, il Coronavirus e il relativo lockdown si sta rivelando il percorso più difficile da superare in questi trent’anni di vita circense.

(Fonte: Giovanni Negro © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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