Castelcucco, la scrittrice Ada Cusin presenta il suo nono libro. Nella copertina un dipinto di Noè Zardo, pittore locale

Sarà presentato giovedì 24 settembre “Tempo che torna”, il nono libro scritto da Ada Cusin, “ragazza degli anni ‘70”, come lei si definisce, residente a Castelcucco. L’evento si svolgerà al centro sociale di Castelcucco, in via Montegrappa n.1, nel rispetto delle norme anti-covid.

Il romanzo, edito da Albatros Il Filo, riporta nella copertina il quadro di un artista locale, Noè Zardo, residente a Cavaso del Tomba. Il dipinto raffigura una finestra semiaperta, soglia di passaggio e quindi luogo-simbolo tra passato e presente.

Come rivela l’autrice Ada, la scelta della copertina non è stata casuale: “Sono andata l’anno scorso alla mostra dei pittori locali, in villa Rubelli, e sono rimasta affascinata dal quadro di Zardo. Si può dire che questo libro sia la somma di due attitudini: quella mia di scrivere e quella sua di dipingere”.

L’autrice poi continua: “È un libro che non avevo neppure pensato di pubblicare perché raccoglie descrizioni e riflessioni intime, private. Poi, però, alcuni amici mi hanno spinto a darlo alle stampe”.

Tempo che torna non è il classico romanzo che segue una trama ben precisa. È, piuttosto, un collage di episodi e riflessioni che si possono leggere anche in ordine sparso.

“L’impostazione è nuova – dice infatti Ada – tutto parte da un fatto, se si vuole, anche banale, come quello di mettere in ordine la cantina di casa e sgomberarla da tutti quegli oggetti non indispensabili che si sono accumulati nel tempo”.

Nella cantina ci sono i quaderni, i temi che gli studenti avevano consegnato ad Ada quando lavorava come insegnante, ci sono foto di famiglia, disegni, vasetti, ritagli di stoffa, caffettiere e altri oggetti di uso quotidiano: tutti elementi di un passato degno di essere recuperato, non tanto per assaporare con gusto nostalgico un tempo di vita che non c’è più, quanto per riaccendere i riflettori su tappe che hanno segnato l’esistenza dell’autrice-protagonista.

“Gli oggetti hanno una loro voce – spiega infatti Ada – raccontano molteplici storie, innescano catene di ricordi. Lo sgombero della cantina di casa è diventato per me l’occasione per soffermarmi sui dettagli, sulle corrispondenze, sulle assonanze che gli oggetti sanno evocare in me”.

E conclude: “Questo mio ultimo lavoro è una specie di diario a ritroso. Ho sempre sentito l’esigenza di esprimermi attraverso la scrittura, anche intima, per cui ora che ho più tempo cerco di coltivare questa passione. Ho aperto anche un blog accessibile a tutti, verbameaada. Se il progetto funzionerà, spero di potermi fare degli amici, che nella vita non sono mai troppi!”, conclude sorridendo.

(Fonte: Sara Surian © Qdpnews.it).
(Foto: Ada Cusin).
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