“Ho visto l’inferno e nessuno lo ricorderà”: a Cavaso e Castelcucco medaglie d’onore ai sopravvissuti dell’internamento nel 1943

Medaglie d’onore per chi è sopravvissuto all’internamento, per chi dopo l’8 luglio 1943 è stato chiamato traditore, per chi per decenni ha mantenuto quello che è stato definito il “peso del silenzio”, per chi ha finto di dimenticare gli orrori della prigionia e ha concesso ai figli e ai nipoti di vivere una vita spensierata. 

“Ho visto l’inferno e nessuno mai ricorderà la mia storia” è stato detto: invece, a collezionare le testimonianze e a ricordare questi nomi, ci ha pensato il Comune di Cavaso con un’iniziativa promossa dal consigliere Loris Ceccato e da un comitato di ricerca composto da altre cinque persone. Ritrovandosi settimanalmente e cercando con attenzione negli archivi e tra i documenti personali, Ceccato e i suoi hanno trovato 27 nominativi di cittadini che hanno avuto esperienze d’internamento. Nessuno di loro, purtroppo, in vita. 

In piazza Benedettini, con un pubblico di oltre duecento persone e l’accompagnamento del Coro Valcavasia (che ha eseguito vari brani, oltre a un richiesto bis a fine manifestazione), sono state consegnate diciotto medaglie (più due, già assegnate in passato) a figli e figlie, nipoti e parenti di persone, che hanno vissuto sulla pelle l’esperienza spinosa del campo di prigionia.

All’evento hanno partecipato molte autorità, oltre a Gino Rugolo e i suoi assessori e consiglieri, i sindaci e rappresentanti dei comuni limitrofi, da Maser a Possagno, da Castelcucco a Monfumo, il presidente della Provincia Stefano Marcon, gli onorevoli Ingrid Bisa e Giuseppe Paolin, il prefetto di Treviso Angelo Sidoti e i consiglieri regionali Silvia Rizzotto e Marzio Favero. Presenti anche la quasi totalità delle associazioni di Cavaso, anche delle comunità macedone e indiana.

Abbiamo cominciato a ottobre e praticamente per tre mesi, una volta a settimana ci si ritrovava con le famiglie di questi ex internati di cui avevo una lista – spiega il consigliere Loris Ceccato, – Ogni giovedì ci portavano delle documentazioni trovate a casa e delle foto personali: così siamo riusciti a inviare a Roma, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri la documentazione per 27 persone”.

La quasi totalità di questi ex internati è stata catturata dopo l’armistizio del ’43, quando l’Asse è passata da alleata a nemica. “All’improvviso non ci fu più nessuno che dava ordini ai due milioni di soldati italiani in armi dispersi sui vari fronti – ha spiegato il professor Giancarlo Cunial, con un appassionante intervento – Ottocento mila di loro furono fatti prigionieri, caricati su carri come bestiame o chiusi in un vagone ferroviario. Il viaggio durava dai tre ai sette giorni, sempre al buio. Poi, nei lager, venivano immatricolati, subendo un vero e proprio crollo della dignità”.

“Quando sono tornati in patria, in Italia si percepiva una sorta di euforia. Si applaudiva ai partigiani che avevano lottato e basta, senza tenere conto di chi nel ’43 ha scelto di deporre le armi con un piglio che sa di scelta. In quell’atmosfera in cui tutti si sentivano vivi, per molti anni nessuno si è ricordato di loro e del loro sacrificio”.

A leggere le testimonianze degli ex internati, alcune in dialetto altre in italiano, trascritte su diari o tramandate oralmente dai parenti, sono stati i giovani di Cavaso, che in alcuni casi corrispondevano ai nipoti o ai pronipoti dei medagliati.

“Oggi è un giorno importante per Cavaso dove alcune famiglie si appropriano della propria storia più profonda e dolorosa, assieme al paese – ha dichiarato il sindaco di Cavaso Gino Rugolo. – Paese che si stringe alle famiglie e, loro tramite, rende onore a chi l’8 settembre del ’43 decise di non schierarsi dalla parte sbagliata della storia e non perdere la propria umanità, pagando un prezzo altissimo, talvolta con la vita”.

Le medaglie d’onore sono state assegnate a Andrejasich Rado Giacomo, Andrighetto Giovanni, Baldo Domenico, Bugno Angelo, Cadorin Agostino, Cattuzzo Tullio, Codemo Biagio Silvio, Dal Pian Adamo Renato, Foggiato Giuseppe, Rossetto Innocente, Rossetto Virgilio, Salvestro Giulio, Sartor Albino, Sartor Aldo, Sartor Bruno, Serafin Luigi, Serraglio Andrea, Virago Eugenio Attilio. Altri due attestati sono stati ri-consegnate a Baldo Antonio e Sartor Luigi Gino, già medagliati l’anno scorso sempre su iniziativa del Comune di Cavaso.

Anche a Castelcucco, in mattinata, si è svolta una cerimonia dedicata agli internati Giovanni, Giuseppe e Angelo Reginato: nella stessa occasione è stata consegnata una copia della Costituzione italiana a ogni neo diciottenne.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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