Si chiama Bosco del Gigante ed è un percorso naturalistico che si sviluppa in un angolo nascosto di Castelcucco, eppure raggiungibile in pochi minuti da via Vallorgana.
È davvero sorprendente se percorso nella stagione della rinascita, in primavera: l’origine del nome è dovuta a una presenza silenziosa e antica, che riposa nella roccia e che è visibile da chiunque vi si avvicini abbastanza. Un gigante col volto di un anziano sovrasta un placido laghetto, dove acqua e vegetazione ricreano un ambiente rilassante e ricco di dettagli.
Per valorizzare questo sito, la ricca fauna e la flora che vi abita, l’associazione “Il Fronte”, che “fa da custode mentre il gigante riposa” dal 2019, ha avuto l’idea di installare dei cartelli indicativi, che accompagnano il visitatore lungo il sentiero che porta, dopo una ventina di minuti, all’oratorio di San Bortolo.
Come escamotage narrativo, è lo stesso gigante, illustrato nei pannelli da un artista locale, a presentarsi in prima persona e a invitare il visitatore ad abbandonarsi alla natura.
La vita all’interno dell’oasi naturalistica viene caratterizzata dalla morfologia del sito ed è importante che i visitatori rispettino le fragili dinamiche che la rendono preziosa: nel laghetto la corrente è debole, anche grazie a una piccola diga, e questo consente ad alcuni organismi di nidificare, riprodursi e cacciare; nell’alveo del Muson l’acqua scorre invece piuttosto veloce e consente la sopravvivenza di altre specie, compresa una gran varietà di pesci.
Anche nella storia si può trovare traccia dell’importanza che ricopriva la zona per il paese e sono molti gli aneddoti trascritti sui pannelli dai volontari dopo un’attenta ricerca: pare che a metà del Ottocento esistesse una piccola centrale idroelettrica capace di alimentare l’antica latteria Pastega lì vicina. Su uno dei pannelli viene raccontata anche la storia di un cittadino, un certo “Bepet”, che avrebbe sfruttato il sito per la vendita di cubi di ghiaccio.
In passato il gigante non ha sempre avuto il rispetto che meritava e anche oggi capita spesso di trovare rifiuti abbandonati nel sito: in un cartello si invitano i visitatori a gettare eventuali rifiuti nei cestini. In questo caso non è più il gigante a firmare l’avviso, ma il proprio “buonsenso”.
(Fonte: Luca Vecellio © Qdpnews.it).
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