Nuovo colore al “parchetto” dietro la scuola: affrescato dall’artista Aldo Rebuli e dai ragazzi

“Quanti pomeriggi trascorsi al parchetto con gli amici” è il classico ricordo di coloro che furono giovani prima dell’era digitale: un punto di ritrovo dove non era necessario fare niente di specifico, dove si stava e basta, anche solo a chiacchierare, fino all’imbrunire e anche oltre.

A Castelcucco un posto che i ragazzi riconoscessero come proprio, dove si trovassero per il puro gusto di ritrovarsi, forse mancava, ed è proprio per questo che l’amministrazione comunale e l’ufficio dei servizi sociali, con la collaborazione del Consiglio comunale dei Ragazzi, della Cooperativa La Esse e dell’Istituto Comprensivo, hanno deciso di rimediare.

Nell’area retrostante la scuola è stato completato l’allestimento di uno spazio dedicato ai ragazzi del paese, che è munito di un canestro e di un campetto asfaltato: per abbellirlo è stato chiamato l’artista Aldo Rebuli, che ha realizzato assieme ai ragazzi del CCRR un murales variopinto, lungo circa otto metri.

Un’azione, finanziata con i fondi dei servizi sociali, che è stata riproposta e vagliata subito dalla direzione scolastica, con la convinzione che i ragazzi abbiano bisogno più che mai di spazi da ritenere (e da ricordare) in un certo senso come “casa”.

“Siamo partiti dall’esigenza di trovare un posto sul territorio che possa diventare con il tempo un punto di riferimento per i ragazzi del paese – spiega l’assessore Francesco Abatianni -. Oggi siamo partiti con questa sezione, ma ci sono ancora molti metri da riempire di colore, anche sulla parete della palestra. Concettualmente vorremmo coinvolgere sia gli insegnanti sia gli studenti in un’altra fase di questo progetto, chiedendo la partecipazione anche degli alunni della scuola media ed elementare”.

La cronaca racconta che il nemico numero uno di progetti come questo, a Castelcucco, sono sempre stati gli atti vandalici: gesti sui quali l’amministrazione ha più volte ribadito di voler portare avanti un percorso di sensibilizzazione che parte, come in questo caso, dal voler portare gli stessi ragazzi a capire cosa significhi concretamente colorare una piazza, senza mai più rovinarla. 

(Foto: per gentile concessione di un lettore).
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