Paolo Mares si candiderà sindaco alle elezioni di primavera: con 11 persone in squadra tenterà il tris, fresco d’esperienze sovracomunali

Tra maggio e giugno la comunità di Castelcucco dovrà scegliere un nuovo sindaco: in anticipo, con sicurezza, è apparso il nome di Paolo Mares, già noto in paese per esser stato in consiglio comunale dal 1995 al 2002 e per aver poi portato la fascia da primo cittadino dal 2002 al 2012.

A sua detta, però, potrebbero esser state anche le esperienze sovracomunali in qualità di presidente dell’Unione Montana del Grappa e dell’Intesa Programmatica d’area ad avergli fornito nuove utili consapevolezze per affrontare le sfide dell’eventuale prossimo mandato.

Mares afferma di volersi candidare con una lista mirata (e già stilata) di undici persone con ruoli e capacità differenti: alcune di queste figure sono nuove e, secondo il candidato, potrebbero colmare delle attuali lacune. Il sindaco Adriano Torresan rimarrà probabilmente tra i nomi della lista in questione, ma la sua disponibilità sarà ridimensionata.

“Oggi è inimmaginabile avere un sindaco tuttologo: serve una squadra compatta che porti avanti le progettualità con modalità condivise assieme – afferma, – Castelcucco è un paese tranquillo, senza frazioni: siamo sempre andati tutti nella stessa direzione, non solo tra di noi ma anche con le associazioni”.

Tra i nomi della lista spunta anche un altro Mares, il figlio maggiore di Paolo, Riccardo, e su questo punto il candidato commenta così: “A lui sono riuscito a trasmettere i valori che secondo me stanno alla base della comunità e in Riccardo rivedo una figura capace di dialogare con i giovani e capirne le esigenze”.

Per ora non si parla di nessun altro candidato a Castelcucco e il timore di un commissariamento per mancato raggiungimento non sembra spaventare i diretti interessati: “La politica non è tutto – afferma Mares – e la gente del paese deve iniziare a capire che andare a votare è importante e basta. Fare una lista civetta significherebbe sacrificare figure che potrebbero aiutarmi durante il mandato: preferirei non farlo. Vorremmo vincere senza artifici, a costo di andare casa per casa a spiegare cosa significhi per un piccolo Comune essere posto sotto commissario”. 

“Tra le esperienze che mi hanno insegnato di più c’è ovviamente quella da sindaco, più vicina alle necessità del paese – continua Paolo Mares, – È poi altrettanto vero che lavorare in ambito sovracomunale ti fa capire che lavorare a compartimenti stagni non porta vantaggi per nessuno. Sono sempre stato molto perplesso rispetto alla possibilità di fusioni o unioni di Comuni, ma ho toccato con mano che effettivamente stare assieme può portare dei benefici. Chiaro che non è semplice e ci sono tante problematiche da affrontare, però ciò che conta, alla fine, è il benessere dei cittadini”. 

(Foto: Archivio Qdpnews.it).
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