Oltre 1500 persone hanno partecipato questo pomeriggio, martedì 29 ottobre, dentro e fuori dalla chiesa di Salvatronda all’ultimo saluto al 15enne Kevin Gentilin, tragicamente scomparso in sella alla sua Vespa in un incidente stradale lo scorso 26 ottobre.
Amici e conoscenti si sono stretti attorno alla mamma Silvia, al papà Christian, al fratello Jodi e alla sorella Linda, ai nonni e ai parenti del giovane.
Non potevano mancare i compagni dell’Istituto Sartor e una delegazione del Vespa Club di Resana con il presidente Dario Semenzato.

La cerimonia è iniziata con la lettura di alcuni messaggi degli amici di Kevin, di Semenzato e del nonno Gino.
“La tua amicizia è stata condivisione – ha detto un amico -, non avremmo mai immaginato che ci avresti lasciato così presto. Portaci sempre con te come faremo anche noi”.

“Quando vai in un prato di fiori – continua un altro messaggio – raccogli quelli più belli. Tu eri un’anima bella e pura. Ti immaginiamo con la tua vespa azzurra scorrazzare tra le nuvole. La tua mamma ci ha detto che per 15 anni ci ha fatto un regalo con il tuo essere. Ricordiamo la passione che avevi per il lavoro, eri una vera forza della natura, avevi una devozione per i nonni, in particolare per il nonno Gino, e un forte attaccamento alla tua famiglia”.
“Avevi una grande passione per la tua vespa – continua -, la smontavi e la rimontavi di continuo. Nei raduni non passavi inosservato. Grazie perché ci hai riempito di regali e ci hai dato un compito, migliorare la nostra vita. Ora Kevin sei il nostro angelo, veglia su di noi”.
“La sofferenza che provo – si legge nella lettera del nonno Gino – non la auguro a nessuno. Grazie Kevin per i momenti di gioia che mi hai donato. Non è giusto che un nonno sopravviva ad un nipote. Mi hai fatto tornare bambino, presto ti porterò in discoteca insieme ai tuoi fratelli. Mi lasci un vuoto difficile da colmare”.
“Ogni sera – continua – mi venivi a trovare e mi raccontavi le tue passioni. Mi dicevi: ‘Nonno posso mettermi il tuo profumo e il gel?’. La tua musica tecno mi faceva impazzire. Mi manchi, ma so che ti rincontrerò. Ti vogliamo bene. Vivere, vivere, vivere”.
“È stato un attimo tremendo e cattivo – ha detto il parroco don Andrea Caratozzolo parlando della morte di Kevin durante l’omelia -. Un attimo che voleva distruggerci, invece non è stato così e non è così. Per questo siamo qui oggi, grandi e piccoli. Siamo tristi ma con un fuoco dentro. Venerdì mattina ci siamo sentiti soli e tristi ma da quel momento la vera forza di Dio, l’amore, non si è lasciata spegnere”.
“Tutto il cielo che avevi dentro si è aperto – continua – e noi lo abbiamo sentito. Da quel momento in noi si è fatta sentire la forza dell’amore. Lì è iniziato il miracolo di Kevin. Le persone hanno iniziato ad abbracciarsi, i genitori, i figli, i nonni. Chi era in un litigio si è chiesto scusa e gli amici che erano gelosi gli uni degli altri si sono ritrovati”.
“Abbiamo capito che la vita è bellissima e fragilissima – prosegue -. Qualcuno, l’ho sentito, ha detto di voler cambiare il suo modo di vivere “.
Non sono mancati i messaggi da parte della scuola che Kevin frequentava, rappresentata da tanti studenti che hanno voluto testimoniare la loro vicinanza alla famiglia.
Alla fine della cerimonia sono stati fatti volare in cielo tanto palloncini ed è stata fatta ascoltare la canzone “Nessun rimpianto” degli 883. Molti occhi lucidi ma anche tanta voglia di salutare Kevin con balli e, naturalmente, con il rombo dei motori delle vespe.
(Autore: Andrea Berton)
(Foto: Andrea Berton)
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