“S’invita la gentile clientela a non chiederci il libro di Vannacci“: questa frase, presente in un cartello appeso fuori dalla libreria Ubik di Castelfranco Veneto, ha incuriosito diversi clienti e persone che stanno seguendo una delle vicende più discusse e commentate in Italia negli ultimi giorni.
Parliamo del libro “Il mondo al contrario“, autoprodotto dal generale Roberto Vannacci, che è stato molto criticato per alcune riflessioni personali, definite “razziste e omofobe” da alcuni politici, personaggi pubblici e testate giornalistiche, contenute nell’opera.
Il Ministro della Difesa Guido Crosetto ha parlato di un esame disciplinare nei confronti di Vannacci che, in diverse interviste, ha chiarito che non è stato rimosso dal suo incarico ma solo avvicendato.
Lo Stato Maggiore dell’Esercito, in una nota ufficiale, ha comunicato che la Forza Armata si dissocia dai contenuti espressi dall’ufficiale nel suo libro, mai sottoposti ad autorizzazione né valutazione da parte dei vertici militari, riservandosi l’adozione di provvedimenti a tutela della propria immagine.
Vannacci ci tiene a precisare che la polemica è partita da alcune frasi, estratte dal contesto, che sarebbero state utilizzate ad arte “trasformandole” in un caso nazionale.
Oggi la titolare della libreria di Castelfranco, Clara Abatangelo, ha pubblicato nei social un pensiero che spiega la sua decisione: “Ciao, sono Clara e credo nella libertà. Degli altri: di scrivere quello che credono e di comprare quello che vogliono. Mia: di scrivere quello che credo e di vendere quello che voglio”.
“Si tratta di un autoprodotto – spiega Abatangelo rispondendo alle domande di un’intervista di Qdpnews.it -, che non segue tutti i circuiti di un editore normale. ‘Io non vado a vendere il mio pasticcio fuori dal ristorante se sono bravo a cucinare’. Non dico che a volte non abbiamo dato spazio a degli autoprodotti, ma lo abbiamo fatto in occasione di raccolte fondi o iniziative speciali. Da parte nostra, comunque, non c’è nessuna censura, perché ognuno può dire quello che vuole assumendosene la responsabilità”.
“In ogni caso – conclude -, se domani una grande casa editrice lo rendesse disponibile, non lo prenderei comunque perché non condivido certe riflessioni presenti nel libro. Sui diritti civili c’è un dibattito in Italia e la sensibilità di ognuno è legittima e va rispettata, un’altra cosa è quello che uno può dire e scrivere. Non potrei vendere un libro dove ci sono scritte certe cose. Vorrei che uno potesse andarselo a leggere da un’altra parte”.
Di cosa parla il libro?
“Il titolo – scrive il generale Vannacci – la dice lunga sul tenore e sui contenuti di questo libro. ‘Il Mondo al contrario’ vuole infatti provocatoriamente rappresentare lo stato d’animo di tutti quelli che, come me, percepiscono negli accadimenti di tutti i giorni una dissonante e fastidiosa tendenza generale che si discosta ampiamente da quello che percepiamo come sentire comune, come logica e razionalità. ‘Cosa c’è di strano? Capita a tutti, e spesso’ – direte voi”.
“Ma la circostanza anomala – continua – è rappresentata dal fatto che questo sgradevole sentimento di inadeguatezza non si limita al verificarsi di eventi specifici e circoscritti della nostra vita, a fatti risonanti per quanto limitati, ma pervade la nostra esistenza sino a farci sentire fuori posto, fuori luogo ed anche fuori tempo. Alieni che vagheggiano nel presente, avendo l’impressione di non poterne modificare la quotidianità e che vivono in un ambiente governato da abitudini, leggi e principi ben diversi da quelli a cui eravamo abituati”.
“Basta aprire quella serratura di sicurezza a cinque mandate – prosegue -, che una minoranza di delinquenti ci ha imposto di montare sul nostro portone di casa, per inoltrarci in una città in cui un’altra minoranza di maleducati graffitari imbratta muri e monumenti, sperando poi di non incappare in una manifestazione di un’ulteriore minoranza che, per lottare contro una vaticinata apocalisse climatica e contro i provvedimenti già presi e stabiliti dalla maggioranza, blocca il traffico e crea disagio all’intera collettività”.
“I dibattiti – conclude – non parlano che di diritti, soprattutto delle minoranze: di chi asserisce di non trovare lavoro, e deve essere mantenuto dalla moltitudine che il lavoro si è data da fare per trovarlo; di chi non può biologicamente avere figli, ma li pretende; di chi non ha una casa, e allora la occupa abusivamente; di chi ruba nella metropolitana, ma rivendica il diritto alla privacy”.
Il Generale Vannacci, fino a poco tempo fa al comando dell’Istituto Geografico Militare (Igm) di Firenze, è stato comandante della Task Force 45 durante la guerra in Afghanistan.
Ha ricoperto i ruoli di comandante del 9° Reggimento d’Assalto Paracadutisti “Col Moschin“, comandante della Brigata Paracadutisti “Folgore” e comandante del contingente italiano nella Guerra civile in Iraq.
Vannacci è stato sostituito dal generale Massimo Panizzi e trasferito al Comando delle forze operative terrestri (Comfoter), a disposizione del comandante Area territoriale.
(Foto: per concessione della libreria Ubik di Castelfranco Veneto).
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