Apre “Seta”, a Cavaso un nuovo spazio dedicato alle storie artigiane: l’inaugurazione ispirata alle origini della Filanda

Un tempo a Cavaso si contavano un centinaio di “filandere”: giovani ragazze che trascorrevano dall’alba al tramonto in filanda, a bollire i bachi da seta e ricavarne del tessuto di pregio.

Inizia in quel periodo la storia di un edificio, oggi popolato da un supermercato e da varie attività commerciali, che rischiava di perdere il suo passato: a salvarlo è arrivata Federica Preto, dell’attività Fondo Plastico, ha deciso di stabilire la sua attività basata sulla valorizzazione dell’artigianato in uno spazio della Filanda.

Ieri, sabato 22 ottobre, “Seta” è stata inaugurata alla presenza del sindaco Gino Rugolo, dell’assessore Michele Cortesia e dell’onorevole Ingrid Bisa, di fronte alle rappresentanze di varie realtà dell’artigianato locale.

Durante la presentazione, rientrante nella rassegna Apriti Moda, è stato spiegato come la tradizione artigiana di Cavaso del Tomba si sia evoluta durante il periodo di dominio veneziano, dal 1350 alla “crisi napoleonica”, ma si è raccontato anche della quotidianità della Filanda, rimasta in attività fino a metà degli anni ’50, che a Cavaso era un punto di riferimento.

Attraverso la lettura ad alta voce di un testo magistralmente redatto dal professor Giancarlo Cunial, interpretato da Stefano Vero, i presenti hanno appreso quanto la produttività della struttura entrasse nella vita della comunità di Cavaso: le storie intrecciate di un centinaio di ragazze, di un solo uomo, il direttore, e dei “cavalieri”, ovvero i bachi, creature preziose e fragili, che esigevano le attenzioni di un principe per regalare la loro preziosa bava.

“Scoprire questo locale è stato per me come ricevere un dono – ha affermato Federica Preto – Io provengo dal mondo del teatro, che insegna una cosa fondamentale: ovvero che i racconti non vanno dimenticati. I popoli fanno del racconto una funzione di vita e quando sono entrata qui dentro ho capito che quest’edificio era popolato da un passato intenso, capace di raccontare non una ma mille storie. Poi quando ho pensato al nome, ho capito che quello giusto era “Seta”.

Non poteva chiamarsi in un altro modo”. I locali sono stati arredati con grande rispetto degli spazi, che appaiono ampi e luminosi, e che lasciano intravedere il passato dell’edificio: al piano inferiore c’è ancora la Loggia dei Cavalieri, dove appunto stavano i bachi da seta, ora popolato da una sorta di museo dell’artigianato locale.

“Federica ha saputo recepire la tradizione artigiana di Cavaso come una vibrazione, ancora presente in questo edificio – ha commentato l’assessore Michele Cortesia. – Ci sono proverbi in dialetto che citano quanto a Cavaso fosse importante questo settore. Su questo valore possiamo portare ulteriore ricchezza al paese, raccontando questo mestiere dimenticato anche ai fini di uno sviluppo turistico ambientale. In bocca al lupo Federica per la tua società”.

“Non prendiamo dal passato le ceneri ma il fuoco – ha commentato il sindaco Gino Rugolo, parlando anche in rappresentanza della Riservala Riserva MAB Unesco del Monte Grappa – il “fuoco” di tutta l’esperienza fatta qui dentro, esperienza che ha rappresentato momenti di vita molto intensi per molte famiglie di Cavaso, e portare questo fuoco verso il futuro.”

Dopo quest’inaugurazione, allo Spazio alle Arti Applicate Seta inizieranno anche dei progetti di valorizzazione: un incontro su “Baco, Bozzolo e Farfalla” in previsione per il 22 ottobre, lo stesso giorno l’inaugurazione di una mostra di Cristina Busnelli, chiamata Text-ure, una tavola rotonda sui temi di moda, natura e territori, in previsione per il 23 ottobre e un workshop “Stampare la natura” con Eva Trentin, sempre previsto per la mattina del 23 ottobre.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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