Quello che porta alla cima del Castel Cesil, sul punto più alto del territorio cavasotto, è un sentiero capace di trasmettere a chi lo percorre quanto il massiccio del Tomba e del Grappa sia stato coinvolto negli eventi della Grande Guerra.
Si tratta di una sorta di lunga trincea labirintica, che non ha comode alternative su strada, e che porta a una grande croce in legno, proprio sulla cima dell’altura, vicino al confine tripartito con Alano e Possagno: ogni anno i Fanti di Cavaso si danno appuntamento davanti alla croce e ricordano i caduti con la deposizione di una corona di fiori e l’alzabandiera.
In questo sito, che si affaccia sulle trincee del Palon, era già esistente una croce, installata nel 1933 dall’Azione cattolica.
La croce, più piccola e fragile di quella attuale, era stata abbattuta dal vento e i Fanti si erano fatti strada con pala e piccone fino alla cima per portare il materiale e ripristinarla: lo ricorda Massimo Dal Bon, una delle memorie storiche della sezione nonché vice dell’attuale presidente Denis Silvello.
La sezione porta avanti le sue opere di volontariato fin dal 1958, quando c’era Agostino Cappello alla presidenza. Un manipolo di fanti aveva promesso di “Onorare i caduti, operando per i vivi”: sono ancora loro, infatti, a occuparsi dei monumenti disposti dai piedi alla cima del Tomba, come quello dedicato alla Brigata Re, quello alla Brigata Basilicata e quello al colonnello francese Bel, caduto nel 1917 in località Campore per lo scoppio di una granata. Per la dedizione nel conservare quest’ultimo cippo, i Fanti avevano ricevuto la visita del console di Francia.
Giovanni Ceccato, ex presidente, durante la cerimonia ha letto la toccante testimonianza di un soldato impegnato al fronte del Col di Lana e ha ricordato come questo genere di storie fossero sentite e tramandate da quei fanti che oggi non ci sono più, ultimo dei quali Marino Cappello, scomparso il 20 marzo all’età di 98 anni.
La cerimonia si è svolta attorno alla croce, con la presenza del sindaco Gino Rugolo e dei rappresentanti delle principali associazioni di Cavaso, tra cui Avis, Pro loco, Alpini e Artiglieri.
“Il prossimo obiettivo è quello di riportare a nuovo questa croce, che ormai sente gli anni del tempo – afferma Denis Silvello, attuale presidente dei Fanti di Cavaso – Come per molte altre associazioni come la nostra, l’età media si sta alzando e ci sono sempre meno giovani disposti a comprendere cosa significhi custodire il ricordo”.
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