Salendo a Castelcies, frazione di Cavaso del Tomba, durante la settimana si scorge un borghetto riservato e silenzioso, caratterizzato dalla presenza di ottimi recuperi di vecchi edifici, dall’assenza di grandi vigneti e dalla presenza di castagni e soprattutto ulivi, che rispettano e rappresentano il “respiro sano” della vallata.
Non tutti sanno che si tratta di un luogo davvero antico, tanto che i primi insediamenti potrebbero risalire all’età del bronzo.
In questa località del comune e la vicina Bocca di Serra vivono non più di quattrocento persone, che sembrano comunque tantissime mettendosi a percorrere la stradina che le collega: qualche cane abbaia, qualche ciclista sfreccia piegando sulle dolci curve della strada principale ma l’atmosfera è quella di un villaggio di inizio Novecento.
Il panorama, che arriva a descrivere un orizzonte particolarmente interessante fino alla Rocca di Asolo, mostra, dalla parte opposta dei bei paesaggi di Monfumo, anche la sponda sinistra del Piave.
Castelcies può essere raccontata da vari punti di vista: dall’arte all’artigianato, dall’attualità, come prospettiva turistica, fino ai personaggi, chi ci vive o di ci ha vissuto.
In quest’approfondimento il focus rimane concentrato sulla storia di questa località, che è davvero ricchissima: a Castelcies c’era un castello; una roccaforte dove i villani potevano rifugiarsi in caso di allarme. Posizionato in cima alla collina, permetteva di tenere d’occhio tutta la vallata del Montegrappa, le colline di Monfumo e il Piave, oltre che individuare eventuali segnali dai “vicus” vicini.
Per raggiungere le rovine del castello, di cui anche solo la base suggerisce l’originale conformazione, basta arrivare al piazzale sterrato che si trova poco prima del cartello, lo stesso che separa Bocca di a Serra da Castelcies: a fianco a un murales, che riporta una rappresentazione della Chiesetta di San Martino, un sentiero in salita porta a risalire la collinetta fino alla sua cima, dove si erge il muretto, ultimo resto dell’edificio di pietra che forma una cornice rettangolare.
Poco più giù c’è un altro luogo di grande interesse storico: la Chiesetta di San Martino. Si tratta di un piccolo edificio religioso del secondo secolo che contiene praticamente un frammento di storia per ogni metro quadro: lo si trova su un terrazzamento panoramico, poco sotto il castello.
La storia di questo luogo di culto parte dai tempi antichi e arriva ai giorni nostri: innanzitutto vi è conservata una delle tavolette iscritte più antiche mai ritrovata in provincia di Treviso.
Alcuni affreschi firmati da artisti conosciuti che riportano, da una parte, figure evangeliche e, dall’altra, raffigurazioni di personaggi legati al territorio, rendendo possibile il riconoscimento di alcune chiese attualmente accessibili nei paesi comuni.
In più la Chiesetta di San Martino porta ancora i segni di una guerra mondiale: una granata ha scalfito pareti e pavimento, svelando anche una grande ricchezza nel sottosuolo, ovvero scoprendo le fondamenta di un’antica casa romana (i dettagli e l’approfondimento nel video).
Sfortunatamente la chiesetta è stata anche oggetto di saccheggi: alla scoperta delle fondamenta d’età romana, la struttura non è stata risparmiata dai saccheggiatori che, impegnati nella ricerca di preziosi, l’hanno anche danneggiata; nel 1985 le è stata rubata la campana, poi riacquistata e infine sostituita. Infine, due anni fa, alla chiesetta sono state sottratte le offerte.
Può dirsi piacevole, specie di questi tempi, sapere che verso la chiesetta di San Martino c’è tuttavia ancora un gran rispetto, almeno da parte della popolazione: da Floriano Sartor, custode e presidente del Comitato San Martino Castelcies arriva questo bel racconto: “Quando nasce qualcuno, la gente viene ad appendere la foto del neonato o un oggetto che lo rappresenti come portafortuna, come benedizione”.
Castelcies si esprime al meglio proprio nel giorno della Festa di San Martino, l’11 novembre, quando l’omonimo comitato rende onore alla frazione con una sagra, che viene sentita dalla gente di Cavaso del Tomba e dai comuni vicini, ma non solo.
Anche l’assessore comunale Michele Cortesia, che abita peraltro a Castelcies, dimostra il suo affetto nei confronti di una frazione che rende un paese come Cavaso del Tomba uno scorcio ricco di storia e cultura nascosto tra gli ulivi: “Castelcies è un orgoglio per noi e non smetteremo mai di attribuirgli il valore che merita”.
(Fonte: Luca Vecellio © Qdpnews.it).
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